Cosa dicono di noi…….

Termoli 30 Luglio 2023

https://www.termolionline.it/news/cultura/1126574/termele-tra-mare-scuje-e-marine-poesie-raccontie-non-solo?fbclid=IwAR3EwgC465gC0EV-ORxg77La1N8mXpyqzEru_jDO1MZKWRBLV7pS9GtiTJE

https://www.termolionline.it/news/cultura/1126657/il-delfino-del-nuoto-angelo-marolla-ricordca-antonio-casolino

Termoli 22 Aprile 2023

https://www.termolionline.it/news/cultura/1119440/la-basilica-cattedrale-di-san-timoteo-di-termoli-le-rivelazioni-nel-saggio-storico

https://www.termolionline.it/news/cultura/1119100/la-basilica-cattedrale-di-san-timoteo-a-termoli

https://www.primonumero.it/evento/la-basilica-cattedrale-di-san-timoteo-a-temoli-la-presentazione-del-suggestivo-lavoro-al-santantonio/

Termoli 22 Agosto 2022

Termolionline.it https://www.termolionline.it/news/cultura/1103469/il-mistero-del-porto-antico-e-la-lunga-odissea-di-quello-moderno

“Il mistero del porto antico e la lunga odissea di quello moderno”

“I due Porti di Termoli… Il mistero del porto antico e la lunga odissea di quello moderno” di Michele Trobetta

Presentato sabato sera al Porto Turistico “Marina di San Pietro! di Termoli il libro “I due Porti di Termoli… Il mistero del porto antico e la lunga odissea di quello moderno”. Un libro scritto a quattro mani dal dottor Nicola Troilo e il professor Pierluigi Pranzitelli. Questo è il secondo libro della collana “La città svelata” scritto dai due autori, il primo è stato “L’Estate termolese…Nelle cronache dei periodici molisani dal 1878 al 192, tra bagni, svaghi e maldicenze”. Il dottor Nicola Troilo, qualche anno prima, scrisse un libro davvero molto interessante di 550 pagine che s’intitola “Termoli e Bonaparte”. Storia della nostra città nel periodo Napoleonico, raccontata dai protagonisti attraverso manoscritti inediti di 200 anni fa. Ieri sera davanti ad una platea folta ed interessata, con il patrocinio dell’Associazione Culturale “Andrea Di Capua Duca di Termoli” hanno presentato questo nuovo libro, risultato di un ennesimo lavoro certosino di ricerca, fatta dai due autori ed il risultato che verrete a conoscenza leggendo il libro sarà davvero molto interessante e anche clamoroso sotto certi aspetti. La storia, le ricerche fatte danno adito ad alcuni intricati misteri su dove in realtà sorgeva l’antico porto. A chiarire qualche aspetto e darci ulteriori chiarimenti è stata la professoressa universitaria e termolese Lucia Checchia che ha portato a sostegno delle sue ricerche delle tesi realistiche a proposito del porto antico e anche sull’annosa vicenda della città di Buca, che parrebbe possa trattarsi dell’antica Termoli. Le tesi della professoressa Checchia sono talmente credibili che non dovrebbero esserci più tanti dubbi. Nella serata ci sono stati interventi anche istituzionali come il Comandante Capitano di Fregata Amedeo Nacarlo Comandante della Capitaneria di Termoli, il presidente dell’Associazione Di Capua che ha patrocinato l’evento, Roberto Crema, la maestra Marilena Cappella che è stata la voce narrante. Nicola Troilo e Pierluigi Pranzitelli hanno raccontato del gran lavoro fatto per portare a termine il libro. Non poteva non essere ricordata la figura del capostipite della famiglia Marinucci, con la presenza della moglie Angelina e la figlia Paola, di Peppino Marinucci meglio conosciuto come “Mussoline”. Paola ha raccontato aneddoti sul papà e sul fratello, il comandante portuale Stefano Marinucci. Anche il dottor Troilo ha voluto omaggiare la memoria di Peppino che, specificatamente a lui ha insegnato molte cose sulla pesca, i comportamenti in acqua, quelli climatici, i nodi marinai e tante altre cose. «Grazie ai suoi insegnamenti. Li ho messo in atto con ottimi risultati». Consigliamo di leggere questo secondo libro della collana “La città svelata” sui i due porti di Termoli perché ci sono sorprese inaspettate. I libri di questa collana sono editi dall’editore Botolini presente anch’esso alla serata.

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Termoli 21 Agosto 2022

Primonumero .it https://www.primonumero.it/2022/08/i-due-porti-di-termoli-presentato-a-marina-di-san-pietro/1530741348/

I DUE PORTI…

Uno spaccato della storia locale e del porto di Termoli. Presentato il libro

Nella suggestiva cornice del porticciolo turistico Marina di San Pietro, ha avuto luogo sabato 20 agosto la presentazione del libro “I due porti di Termoli”, curatori Nicola Troilo e Pierluigi Pranzitelli, edito dall’attiva Associazione culturale Andrea di Capua. Si tratta del secondo dei sei volumi annunciati allo scopo di far conoscere a un pubblico più vasto di quello degli studiosi documenti e giornali, a volte inediti, riguardanti le più interessanti vicende storiche di Termoli, materiale che i curatori hanno pazientemente ricercato presso l’Archivio dello Stato di Campobasso e quello storico del Comune di Termoli. La scelta questa volta è caduta sulle «avventure del porto di Termoli» riportate da giornali molisani e documenti amministrativi comunali nel periodo compreso tra il 1819 e il 1925, che testimoniano quanto travagliata sia stata la costruzione dell’unico porto molisano adibito al ricovero di barche da pesca e al piccolo cabotaggio, avvenuta, com’è noto, nel corso della prima metà del Novecento.

La pubblicazione si avvale della prefazione dello storico Antonio Smargiassi e dell’introduzione degli autori della ricerca, oltre che della presentazione di Roberto Crema, presidente dell’Associazione che l’ha editata.
Interessante l’intervento della relatrice, prof.ssa Lucia Checchia, incentrato soprattutto sull’autentico significato da dare al termine porto nel Medioevo, fino al Settecento.

A portare il saluto dell’autorità portuale attuale è stato il Comandante della Capitaneria, e quindi del porto termolese, Amedeo Nacarlo, mentre quello dell’Amministrazione comunale il consigliere Nicola A. Balice.
I ringraziamenti ad autori e editore sono venuti da Paola Marinucci, presidente degli armatori termolesi, commossa per la dedica a suo padre Peppino, figura indimenticabile della marineria locale. Un pubblico, numeroso e attento, ha seguito l’avvenimento.

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Termoli 18 Agosto 2022

Termolionline.it https://www.termolionline.it/news/cultura/1103122/i-misteri-dei-porti-di-termoli

I misteri dei porti di Termoli

Sabato 20 agosto, alle ore 19, presso l’area eventi “Marina di San Pietro Porto turistico”, l’associazione “Andrea di Capua, Duca di Termoli presenta il libro “I due porti di Termoli. Il mistero del porto antico e la lunga odissea di quello moderno” di Nicola Troilo e Pierluigi Pranzitelli. Interverranno insieme agli autori, Roberto Crema presidente dell’associazione, Lucia Checchia docente di Storia del patrimonio artistico presso l’Università del Molise, Elisa Amoruso lettrice e Stefano Marinucci pilota del porto di Termoli.

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Termoli 4 Agosto 2022

Primo Piano Molise

Termoli 3 Agosto 2022

“Il divenire della materia”, scopriamo il talento di Basso Sciarretta https://www.termolionline.it/news/cronaca/1102088/il-divenire-della-materia-scopriamo-il-talento-di-basso-sciarretta

TERMOLI. Inaugurata lunedì sera, primo agosto, alle 21, la mostra dedicata a Basso Sciarretta.

L’Associazione culturale ‘Andrea Di Capua-Duca di Termoli’, nei suoi dieci anni di presenza nel panorama culturale cittadino, ha da subito iniziato a dare attuazione ai fini contenuti nello Statuto ponendo attenzione alla Citta, alla sua storia, al vernacolo e ai Termolesi che si sono distinti in un qualsiasi ambito dello scibile umano come Umberto Tarasca, Basso Ragni e Basso Sciarretta. II primo è stato riportato all’attenzione con la mostra fotografica dell’aprile 2014 (ex, Galleria Civica); di Basso Ragni (Termoli 1921-Livorno 1979), in questi giorni di quattro anni fa e in una sala del Palazzo Vescovile-Piazza Duomo, è stata allestita una mostra antologica delle sue tele facendo così conoscere a concittadini e turisti ii suo mondo raccontato secondo la tecnica e la cromaticità dei Macchiaioli. Fu un successo. Successo che non mancherà a Basso Sciarretta (Termoli 1921-Borgo San Dalmazzo 2006) la cui mostra, dal titolo “Il divenire della materia”, è stata inaugurata lunedì sera dal presidente dell’Associazione, Roberto Crema, che aveva ai sui lati Renata e Paolo, figli dell’Artista, e Nino Barone quale Allestitore. Erano inoltre presenti, oltre al gruppo che ha collaborato nell’allestire la mostra e altri soci della ‘Andrea Di Capua’, anche numerose altre persone del mondo culturale locale.

Basso Sciarretta, partendo dal figurativo, che lo distinse negli Anni Cinquanta, giunto ad essenzializzarlo nelle forme della pittura contemporanea arrivando poi ad esaltare i fili degli arazzi, il ferro nelle sculture e altre materie come l’oro, lavorato creando parure per esaltare la bellezza della donna. Un artista poliedrico. Sede della Mostra: Scuola Primaria Paritaria-Corso Nazionale Apertura: 1-8 agosto: Ore 21-24.

Antonio Smargiassi

Termoli 1 Agosto 2022

Ricordo di Basso Sciarretta alla Campolieti, Roberto Crema: «Promessa realizzata» https://www.termolionline.it/news/cultura/1101937/ricordo-di-basso-sciarretta-alla-campolieti-roberto-crema-promessa-realizzata

TERMOLI. Verrà ricordata stasera, primo agosto, durante il vernissage artistico, la figura di Basso Sciarretta, scomparso il 26 gennaio 2006 in Borgo San Dalmazzo, presso la scuola “Campolieti”.

L’associazione Culturale Andrea di Capua Duca di Termoli presenta a Termoli dal 1° al 7 agosto, presso la Scuola Primaria Paritaria Campolieti la mostra dell’artista “Basso Sciarretta: il divenire della materia”.

L’artista nato a Termoli il 18 Marzo 1921, lascia Termoli molto giovane, partecipa al secondo conflitto mondiale sul fronte Albanese, dopo l’8 settembre 1943 si unisce ai partigiani piemontesi tra Cuneo ed Asti. Si ricorda che il 25 Aprile 2021 l’Associazione Nazionale Partigiani ha posto in via Adriatica n. 7, la sua casa natia, una targa commemorativa a ricordo del combattente per la libertà. Nel 1948 consegue la laurea in Giurisprudenza ma dedicherà la sua vita lavorativa nel campo delle assicurazioni.

La sua esperienza di artista inizia nel 1940 nello studio di Dante Selva a Torino e, dopo una intensa formazione, nel 1953, organizza la sua prima mostra, insieme al suo maestro, presso la Sala Soleri a Torino. Da qui inizia la sua carriera di artista, costellata di successi e riconoscimenti, carriera che proseguirà senza sosta fino all’anno della sua scomparsa il 26 Gennaio 2006 in Borgo San Dalmazzo (CN).

Sono stati costretti a una lunga pausa non voluta che, purtroppo, ha coinvolto tutto il mondo ma le loro attività non si sono del tutto interrotte.

«Eccoci quindi arrivati a questo atteso evento “Il divenire della materia”. È la nostra promessa che si materializza e grazie a specifiche ricerche svolte dal nostro socio Nino Barone, la cui valenza artistica è in città a tutti nota, abbiamo ritenuto di dover contattare Renata e Paolo Sciarretta figli del nostro Basso e, grazie alla loro immediata disponibilità e alla loro squisita disponibilità, siamo riusciti nel nostro intento. Organizzare una mostra dedicata al nostro conterraneo, artista eclettico e di chiara fama».

L’associazione ha raccolto il testimone lasciato da chi si era già interessato all’insigne termolese. Mantenendo fede a quello che è parte integrante dello statuto

Hanno scoperto come il 1921 sia stato un anno fortunato per Termoli. La nascita di Basso Sciarretta, Basso Ragni. Chi sa se erano amici e si conoscevano. 

Chi era l’artista Basso Sciarretta? Di lui hanno parlato e scritto in tanti. «A giudicare dal suo percorso ritengo di poter asserire che in lui albergava lo spirito di grande sperimentatore. La mia sensazione è che in lui ci sia sempre stato un continuo rinnovamento che ha generato una sorta di irrequietezza interiore, un’evoluzione artistica che lo ha portato ad essere, senza vincoli, quel fine sperimentatore che oggi noi conosciamo», ha dichiarato Roberto Crema.

Termoli 31 Luglio 2022

L’opera straordinaria di Basso Sciarretta torna dopo oltre 30 anni nella ‘sua’ Termoli. La figlia: “Una terra profondamente amata” https://www.primonumero.it/2022/08/lopera-straordinaria-di-basso-sciarretta-torna-nella-sua-termoli-la-figlia-una-terra-profondamente-amata/1530738534/

Sarà inaugurata il 1 agosto nei locali della scuola Campolieti su Corso Nazionale la mostra ‘Il divenire della materia’, selezione di opere della vastissima produzione del partigiano-artista che lasciò Termoli in gioventù, combattè nel secondo conflitto bellico, si unì alla Resistenza nelle Langhe e poi, dagli anni ’50 fino ai primi 2000, si dedicò con intensità a un’attività artistica variegata e geniale. “Abbiamo voluto saldare un debito che noi termolesi avevamo nei suoi confronti”, le parole che arrivano dall’associazione Andrea Di Capua che ha voluto fare questo ‘regalo’ alla città

Verrà inaugurata lunedì 1 agosto alle 21 a Termoli la mostra dedicata al partigiano-artista Basso Sciarretta. A volere fortemente questa esposizione, che si inserisce nel solco della volontà di far scoprire l’opera di artisti termolesi che hanno lasciato la città, l’associazione Andrea Di Capua che ha allestito nei locali della scuola Campolieti ‘Il divenire della materia’, mostra che sarà visitabile fino all’8 agosto (dalle 21 alle 24). L’associazione, presieduta da Roberto Crema, ha curato anche una pubblicazione-catalogo della stessa. Da questa apprendiamo che l’insigne termolese, fervido artista, fece una mostra nella sua città natale nel lontano ’87 in una galleria privata che oggi non esiste più. A far luce su questa affascinante figura, nata a Termoli nel 1921, è stato in particolare lo storico locale Giovanni De Fanis che – come lui stesso ha affermato in un articolo del 2004 – scoprì questo personaggio (e se ne appassionò) leggendo un grande giornale nazionale. Di seguito un suo articolo per Primonumero. Il nome di Basso Sciarretta è stato di recente recuperato dall’oblio in città anche per via dell’iniziativa dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che il 25 aprile 2021 ha voluto affiggere una targa commemorativa davanti alla sua casa natale di via Adriatica 7, con la motivazione che un simile combattente per la libertà, peraltro unico partigiano termolese, non potesse essere dimenticato. Basso Sciarretta, infatti, dopo aver lasciato Termoli in gioventù, partecipò alla Seconda Guerra Mondiale combattendo sul fronte albanese. Una volta tornato, nel settembre ’43 decise di unirsi ai partigiani della zona delle Langhe piemontesi, tra Cuneo ed Asti. Dopo l’intensa esperienza della Resistenza, Basso Sciarretta tornò agli studi, laureandosi in Giurisprudenza. Il suo lavoro lavoro però fu sempre quello dell’assicuratore. Ma alla fine degli anni Quaranta entrò come apprendista nello studio di Dante Silva, un artista torinese, e nel ’53 fece, proprio con il suo Maestro, la sua prima mostra. Da allora la carriera artistica di Sciarretta prese il volo e nel corso di oltre 50 anni furono innumerevoli le esposizioni personali così come i successi, i riconoscimenti e le gratificazioni, di critica e di pubblico. La sua ricerca artistica è stata instancabile e solo la morte, avvenuta nel 2006, potè interromperla. La mostra, che si terrà la prossima settimana in corso Nazionale presso la scuola Campolieti, intende rendere omaggio a questo illustre e ancora troppo poco conosciuto artista di origine termolese. Il Presidente dell’Associazione Andrea di Capua, Roberto Crema, parla di Basso Sciarretta come di un grande sperimentatore che si è misurato con nuove tecniche e che ha spaziato dalla pittura alla scultura, dalla lavorazione artistica dei metalli fino all’ideazione di opere tessili, dalla lavorazione della carta senza tralasciare la poesia. La selezione proposta, fatta di circa 70 opere, non è certo esaustiva ma intende fornire uno spaccato rappresentativo dell’artista e anche dell’uomo. “Abbiamo ritenuto di dover saldare un debito che noi termolesi avevamo nei suoi confronti”. In occasione dell’inaugurazione della mostra saranno presenti anche i familiari dell’artista. Così la figlia Renata Sciarretta: “Portare le sue opere nella città natale è come far emergere la sua parte più intima, il desiderio, la continua nostalgia per una terra profondamente amata”. Lui affermava: “Mi sono chiesto perché faccio questo – in una società tutt’altro affaccendata – e ho concluso nel considerare l’arte come una droga: pertanto la cosa che più mi spaventa è il pensiero con un giorno dovrò forse soffrire di astinenza per mancanza di forze”. Le ultime opere – ricorda la figlia – risalgono al 2000-2002 e sono state ispirate dalla guerra in Afghanistan: opere impastate di dolore, di ricordi mai stupiti e di ferite mai rimarginate. “L’eco della guerra – scrive la figlia – chiude il suo percorso artistico iniziato, in contrapposizione, con il blu del mare e i colori intensi e accesi della luce del Sud, la luce propria dell’infanzia, povera ma felice, sempre serbata nel cuore, cercata ogni estate per anni lungo le strade di Termoli”. È Nino Barone, responsabile artistico dell’associazione, a scendere più nel dettaglio dell’opera vastissima di Sciarretta. “Basso Sciarretta – scrive – è un altro artista termolese quasi sconosciuto alla sua città che, per una sorta di sortilegio locale o labile memoria ripete il mantra di nascere in un luogo apparentemente senza artisticità. Questa mostra a lui dedicata vuole, invece, demolire questa casualità di Genius Loci alla rovescia e manifestare come artisti termolesi di grande talento abbiano lavorato e si siano affermati con successo in altre città italiane”. La selezione di opere tratteggia la prolifica produzione e rappresenta tutte le evoluzioni che hanno caratterizzato la creatività dell’artista: dalla pittura figurativa a quella astratta, dalla ceramica alla arazzeria fino alla scultura. Innumerevoli i materiali utilizzati tra cui anche quelli ‘atavici’ della creta, della lana e del ferro. “Un artista poliedrico di grande qualità estetica” così Barone. “Un’avventura nella bellezza di grande spessore che spero emozioni i cittadini di Termoli”, e con questa frase l’invito alla cittadinanza è quello di andare a conoscere questa straordinaria opera. Nella pubblicazione che accompagna la mostra sono riportate anche riflessioni sulle scelte artistiche, in definitiva filosofiche, fatte e messe nero su bianco dal geniale autore. Ma è alla fine che, raccontando se stesso, Basso Sciarretta ricorda i suoi primi passi nel cammino dell’arte. “Ricordo che la scintilla scattò quando mia nonna, pianista, disse a me quindicenne: ‘Sei stonato nel cantare, ma intonato nel dipingere’. Giudizio condiviso da mio padre, fotografo esperto in marine e ritratti. Di qui l’incoraggiamento ad affidarmi ad un maestro che fu Dante Selva, artista tanto valido quanto sconosciuto fuori dalla città di Torino. Furono anni indimenticabili quelli trascorsi nella soffitta del mio maestro, in cui la povertà incombeva nella calura delle estati e nel freddo dell’inverno”. La mostra farà rivivere un po’ anche il sentimento di quegli anni.

Termoli 30 Luglio 2022

Mostra sull’artista-partigiano Basso Sciarretta, tutto pronto per l’inaugurazione https://www.primonumero.it/2022/07/mostra-sullartista-partigiano-basso-sciarretta-tutto-pronto-per-linaugurazione/1530738490/

Terminati i lavori di preparazione della mostra dedicata all’artista termolese Basso Sciarretta. Lunedì 1 agosto – come vi avevamo anticipato – alle ore 21 ci sarà l’inaugurazione presso la Scuola Campolieti in Corso Nazionale a Termoli. Saranno presenti anche i figli dell’artista-partigiano.

Termoli 29 Luglio 2022

Basso Sciarretta: scopriamo il talento di un artista https://www.termolionline.it/news/cultura/1101729/basso-sciarretta-scopriamo-il-talento-di-un-artista

TERMOLI. L’associazione Culturale Andrea di Capua Duca di Termoli presenta a Termoli dal 1^ al 7 agosto, presso la Scuola Primaria Paritaria Campolieti la mostra dell’artista “Basso Sciarretta: il divenire della materia”.

L’artista nato a Termoli il 18 Marzo 1921, lascia Termoli molto giovane, partecipa al secondo conflitto mondiale sul fronte Albanese, dopo l’8 settembre 1943 si unisce ai partigiani piemontesi tra Cuneo ed Asti. Si ricorda che il 25 Aprile 2021 l’Associazione Nazionale Partigiani ha posto in via Adriatica n. 7, la sua casa natia, una targa commemorativa a ricordo del combattente per la libertà. Nel 1948 consegue la laurea in Giurisprudenza ma dedicherà la sua vita lavorativa nel campo delle assicurazioni.

La sua esperienza di artista inizia nel 1940 nello studio di Dante Selva a Torino e, dopo una intensa formazione, nel 1953, organizza la sua prima mostra, insieme al suo maestro, presso la Sala Soleri a Torino. Da qui inizia la sua carriera di artista, costellata di successi e riconoscimenti, carriera che proseguirà senza sosta fino all’anno della sua scomparsa il 26 Gennaio 2006 in Borgo San Dalmazzo (CN).

Termoli 29 Luglio 2022

“Basso Sciarretta. Il divenire della materia”, mostra sull’opera del partigiano-artista termolese https://www.primonumero.it/evento/basso-sciarretta-il-divenire-della-materia-mostra-sullopera-del-partigiano-artista-termolese

Termoli. “Basso Sciarretta: Il divenire della materia”, mostra a Termoli dal 1 all’8 agosto (dalle 21 alle 24). L’Associazione Culturale Andrea di Capua è lieta di presentare la mostra dell’artista Termolese Basso Sciarretta nei locali della Scuola Primaria Paritaria “Campolieti” con ingresso sul Corso Nazionale. L’artista, nato a Termoli il 18 Marzo 1921, lascia Termoli molto giovane, partecipa al Secondo conflitto mondiale sul fronte Albanese e dopo l’8 settembre 1943 si unisce ai partigiani piemontesi tra Cuneo ed Asti. Nel 1948 consegue la laurea in Giurisprudenza ma dedicherà la sua vita lavorativa al campo delle assicurazioni. La sua esperienza di artista inizia nel 1940 nello studio di Dante Selva a Torino e, dopo una intensa formazione, nel 1953, organizza la sua prima mostra, insieme al suo maestro, presso la Sala Soleri a Torino. Da qui inizia la sua carriera di artista, costellata di successi e riconoscimenti, carriera che proseguirà senza sosta fino all’anno della sua scomparsa il 26 gennaio 2006 in Borgo San Dalmazzo (Cuneo). Si ricorda che il 25 aprile 2021 l’Associazione Nazionale Partigiani ha posto in via Adriatica n. 7, la sua casa natia, una targa commemorativa a ricordo del combattente per la libertà. L’inaugurazione con l’apertura al pubblico è prevista per il 1 agosto alle ore 21 e vedrà la presenza dei familiari dell’artista, i figli Renata e Paolo, il Presidente della Associazione Roberto Crema, i componenti del direttivo e i soci. La esposizione sarà visitabile fino al 7 agosto. Verranno esposte una settantina di opere, rappresentative delle varie fasi artistiche dell’autore.

Termoli 20 Gennaio 2022

“TERMOLI E LA FAMIGLIA DI CAPUA” Pubblicato il nuovo saggio storico di Oscar De Lena: http://www.laterra.org/index.php?option=com_content&view=article&id=4890&catid=60&Itemid=414

Bravissimo scrittore e saggista, dopo i tanti successi letterari ottenuti negli anni precedenti -ricorderemo tutti il suo straordinario testo: “L’Arrivo delle reliquie di San Timoteo a Termoli” pubblicato nel 2020 e firmato anche da Papa Francesco- torna sul panorama letterario con una storia sulla famiglia Di Capua. Una storia che attraversa i secoli: dal 1495 al 1722. È il settimo libro per il presidente della sezione di Termoli dell’Archeoclub d’Italia, che ci racconta da sempre il territorio, le sue bellezze e anche le sue storie più autentiche.
La trama del saggio si dipana su luoghi lontani e attraversa i secoli: dal Molise, fino alle corti dei Gonzaga e degli Estensi.
All’inizio del saggio: C’è la storia di una famiglia originaria di Napoli, che dopo un lutto improvviso, accaduto durante la battaglia di Seminara, riceve in dono un ducato.
Una guerra che mette a repentaglio la vita del sovrano Ferrandino, che rimane quasi vittima in battaglia per mano francese. A salvare la vita del re è proprio Giovanni Di Capua (nonché suo paggio) che gli cede il cavallo e gli salva la vita. Il sovrano Ferrandino tornato a Napoli, per ringraziare la famiglia di Giovanni Di Capua -sacrificatosi per il Re- concede ad Andrea Di Capua (il fratello di Giovanni), il ducato di Termoli e altre località del Molise.
La famiglia Di Capua rimarrà fino al 1722 a Termoli, fino all’estinzione della generazione dei Di Capua.
Gli eventi successivi intrecciano nuove situazioni legate a Ferrante (figlio di Andrea) che avrà due figlie: Isabella e Maria. La primogenita Isabella, già sposata in prime nozze con Caracciolo di Molfetta, acquisì il titolo di Principessa di Molfetta, ma rimase vedova dopo pochi mesi dal matrimonio. Isabella si sposò successivamente una seconda volta con Ferrante Gonzaga, figlio di Elisabetta D’Este e Francesco II Gonzaga.
La duchessa Isabella entra così in un mondo di élite, a contatto con famiglie illustri e importanti del rinascimento italiano. Nota per la sua bellezza, qualcuno la definì una delle donne più belle del mondo rinascimentale e fu anche la cognata di Lucrezia Borgia.
Il testo di Oscar si intreccia anche con tanti altri personaggi illustri e conosciuti. La duchessa Isabella entra a far parte della corte dei Gonzaga e degli Estensi, ma viene a contatto anche con artisti immortali rinascimentali: Leonardo, il Mantegna e Giulio Romano.
Poi il saggio prosegue con il figlio di Isabella, Cesare Gonzaga che sposerà Camilla Borromeo, sorella di San Carlo Borromeo. Una trama che intreccia personaggi importantissimi dell’epoca.
Viene citato nel suo saggio il Castello di Gambatesa, ma anche il palazzo di San Martino in Pensilis, noto come la “piccola Versailles”, per la sua straordinaria magnificenza.
Oscar ci racconta una storia inedita, che si tesse raccontando splendore e aneddoti locali e nazionali. Il tutto condito da immagini uniche ed espressive. La presentazione del saggio è stata scritta da Roberto Crema, presidente dell’associazione Andrea Di Capua.
“Termoli e la famiglia Di Capua”, un viaggio nel passato, con un maestro che da sempre racconta l’amore per il nostro territorio.

Termoli 8 Ottobre 2021

Roberto Crema riconfermato presidente dell’associazione Andrea di Capua: https://www.termolionline.it/news/attualita/1067549/roberto-crema-riconfermato-presidente-dellassociazione-andrea-di-capua

 Il Direttivo dell’Associazione “Andrea Di Capua” – Duca di Termoli, ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2021/2024.

Risultano eletti:

Presidente, per il terzo mandato consecutivo, Roberto Crema;

Vice Presidente, Pietro Cappella;

Segretario, Giovanni Risolo;

Tesoriere, Vincenzo Sciarretta

Gli altri componenti del Consiglio Direttivo, eletti dall’Assemblea dei soci del 24 settembre 2021, sono: Anna Catalano, Raffaele Bassani e Vincenzo Campese.

L’Associazione “Andrea Di Capua”, costituitasi nel settembre del 2012, si propone di contribuire al recupero, alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio culturale della città di Termoli.

Scopo principale è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la culturae le tradizioni di Termoli, in tutti i suoi molteplici aspetti, anche in collaborazione con Istituzioni, Enti ed altre Associazioni.

La “conoscenza” della città è elemento fondamentale ad evitare possibili “spaesamenti”, ed è necessaria per rinvigorire il senso di appartenenza, valore basilare per la crescita culturale che fa di un insieme di persone una comunità.

Il riconfermato Presidente, Roberto Crema, nel ringraziare tutti i soci per il lavoro svolto, ha ripercorso la storia di questi nove anni di vita dell’associazione, menzionando le iniziative svolte, anche in quest’ultimo biennio, figlio del Covid19, che ha di molto inciso sulla creatività della stessa. Nonostante l’avversità del momento, l’Associazione ha presentato ulteriori due pubblicazioni, e coadiuvato alla mostra pittorica del socio Nino Barone, nei locali del Castello Svevo.

Nel corso del suo intervento, dichiara “….dover operare unicamente con le nostre limitate risorse economiche,  ed imbattersi sistematicamente in tanta burocrazia, non è semplice, solo l’Amore per la nostra Termoli, e per la sua Storia e tradizioni, dà la spinta necessaria per andare avanti, senza demordere!”.

Chiude il suo intervento dichiarando che, anche nel prossimo futuro, ci saranno iniziative riguardanti la Storia e la Cultura di Termoli, essendo già in cantiere iniziative non solo letterarie, ma anche artistiche.

Termoli 7 Ottobre 2021

L’associazione culturale Andrea Di Capua ricorda il maestro Achille Pace: https://www.primonumero.it/2021/10/lassociazione-culturale-andrea-di-capua-ricorda-il-maestro-achille-pace/1530691864/

L’associazione culturale Andrea Di Capua di Termoli vuole degnamente commemorare la memoria di Achille Pace, suo illustre cittadino, tracciando per la collettività un indelebile ricordo che testimoni il suo prolifico operare artistico e culturale.

Un’iniziale notazione va fatta in relazione alla sua importante attività artistica che lo vede tra i protagonisti dell’Avanguardia Romana degli anni Sessanta come componente del “Gruppo Uno” costituito e teorizzato dal famoso Professore Giulio Carlo Argan.

In particolare, la novità portata dal Gruppo consisteva nel superamento delle correnti informali per ricostruire in termini razionali e programmati la struttura dei linguaggi visivi, utilizzando per la ricerca formale nuovi materiali che agissero sugli elementi percettivi della superfice pittorica, riproponendo con questo agire anche un attento riesame del rapporto artista-società.

Tuttavia, l’attività individuale che svilupperà successivamente a questa esperienza verrà rappresentata dal sostanziale testo scritto già nel 1960 sulla sua poetica intitolato “Il Filo di Achille”, nel quale illustra il procedimento ideativo e artistico che caratterizzerà interamente la produzione successiva di cui si riporta un significativo stralcio: “…Il mio lavoro è pur sempre realtà, in quanto vive lo stesso problema della realtà delle masse. Ma è nel momento stesso in cui l’individuo-massa prende coscienza delle ragioni della propria scelta e del proprio lavoro, individuale e collettivo, che si inserisce nei processi della cultura come processo del lavoro. E’ in questo momento che egli diventa anche creatore di nuova cultura, vera e rivoluzionaria di cui l’arte oggi , quella importante, ha il compito di chiarire coscienza e metodo. Ho scelto il filo come mezzo del mio lavoro verso la fine del 1959. Era il tempo dell’Informale. Il mio interesse era, allora, di uscir fuori dal suo irrazionale groviglio. Il filo se ne staccava dapprima lentamente, poi sempre con maggiore decisione; esso si disponeva e scioglieva dal gesto oggettivo e alienato dell’Informale. Come materia, il mio filo mantiene lo stesso stato di caduta, di vaga esistenza e indeterminatezza dell’Informale, ma allo stesso tempo aspira ad una esistenza più conscia, meno alienata, più logica e costruttiva, naturalmente nei limiti di una realtà ancora non trasformata e piena di contraddizioni, di lacerazioni e di mistificazioni. Il filo, oltre che essere realtà oggettiva è carico anche di significati simbolici e metaforici. Esso indica: discorso logico, misura, precarietà, equilibrio, costruzione, rapporto, relazione, comunicazione, vita e morte. Può esprimere il piano, il concavo, il convesso, la lentezza, la tensione, lo spazio. Può essere razionale o irrazionale, movimento, statico, dinamico, crescita, fine…”

A mio parere “Il filo” inteso come segno tracciante non è altro per Achille che un punto in successione continua che si snoda sulla superficie pittorica raffigurante un’entità umana che cerca le ragioni della propria esistenza.

Questo modo di interpretare ed attualizzare la lezione degli elementi fondamentali della forma e della figurazione di Klee sposta in avanti le ricerche della pura astrazione aggiungendo la dinamica del gesto con un segno materiale.

Da questo punto di vista Achille Pace è uno dei pochi artisti che sono riusciti a portare a completamento la lezione dei grandi maestri dell’astrattismo.

Per un profilo del suo fare artistico così testimonia Giulia Ronchi: “La sua ricerca, alla quale ha dedicato oltre 50 anni della propria vita, è connotata dalla “poetica del filo” e si caratterizza per l’uso di ampi sfondi monocromi – i colori più utilizzati sono nero, grigio, azzurro, bianco, blu, rosso – i quali vengono percorsi da un filo di cotone che delimita e definisce lo spazio disegnando linee sottili. Il filo è stato considerato da Achille Pace come una sintesi tra gesto, materia e colore, riproposto in infinite varianti. Tra le esposizioni più importanti, si ricordano la partecipazione alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia nel 1980 e 1982, ma anche a mostre internazionali come Orientamenti dell’arte italiana: 1947-1989 a Mosca e Leningrado e Contemporary Italian Art all’Akron University dell’Ohio”.

Inoltre, occorre ricordare i diversi riconoscimenti che ha ottenuto nella sua lunga vita, tra i quali si annovera la nomina pontificia a Membro Ordinario dell’Accademia dei Virtuosi al Pantheon, intervenuta nel 1997 per volere di Papa Giovanni Paolo II.

Un’ulteriore considerazione va fatta in onore del suo costante e sessantennale impegno in relazione all’attività culturale svolta su tutto il territorio regionale, nella quale ha riversato tutta la forza della sua notorietà per promuovere tante manifestazioni artistiche e divulgare il linguaggio delle arti contemporanee, sostenendo e formando molti giovani artisti regionali.

Tra queste ricordiamo la “Rassegna degli Arti Molisani” del 1985, la presentazione del “Gruppo di Orientamento” del 1986 composto da artisti molisani e da lui sostenuto, la mostra “La Pittura Molisana rivolta all’Europa” del 1990, l’interessamento per lo sviluppo di Kalenarte.

Dunque, se artisticamente Termoli e il Molise esistono nella geografia nazionale delle arti questo lo si deve al paziente lavoro di Achille Pace che dal 1960 fino a qualche anno fa ha ideato e condotto una delle più longeve e importanti manifestazioni artistiche italiane, “Il Premio Termoli”, istituituendo anche, nel 1975, la “Galleria Civica di Arte Contemporanea” ubicata nell’ex Chiesa di San Antonio.

Bisogna, infine, ricordare che questa attività ha dato modo alla nostra città di possedere rappresentative opere di arte contemporanea, così da poter costituire una delle più importanti raccolte degli anni Sessanta e Settanta che, peraltro, compongono il nucleo fondante del patrimonio del Macte di Termoli.

In definitiva, il suo operare rappresenta oggi un encomiabile esempio di generosità e professionalità che noi termolesi gli riconosciamo con imperitura stima, riportandolo alla posterità come un modello da seguire, eguagliare e, semmai, superare.

Grazie Achille per quanto hai fatto per l’arte e per la tua città.

Termoli 15 Agosto 2021

“Le ragioni dello sguardo”: al Castello Svevo artisti di estrazione diversa (termolinoline)

Anche quest’anno l’associazione “Andrea di Capua”, come sua consuetudine, vuole essere protagonista nell’ambito del calendario delle manifestazioni “dell’estate termolese”. presente al Castello Svevo con una rassegna di arte contemporanea che vede la presenza di autori Molisani, Laziali e Campani, allestita nel prestigioso Castello Svevo della nostra città dal titolo “le ragioni dello sguardo”.

La scelta di questo appuntamento è, nella sostanza, la prosecuzione di un’iniziativa analoga proposta due estati fa quando, con l’intento di divulgare esperienze sconosciute ai più, offrimmo all’attenzione dei cittadini e dei turisti l’opera del pittore termolese Basso Ragni, raccogliendo un immediato consenso di pubblico. La mostra “le ragioni dello sguardo” raccoglie gli eterogenei linguaggi di 21 artisti che vogliono testimoniare il  “fare arte” in un tempo, quello pandemico, in cui i valori umani e sociali sono stati messi a dura prova rischiando oltremodo un’inevitabile emarginazione ed  estraniamento dei rapporti.. 

Gli artisti, ancora una volta, ci aiutano, attraverso le loro narrazioni, a ipotizzare un nuovo futuro dove è necessaria la partecipazione attiva di tutti per condividere scelte politiche, sociali e culturali che potranno modificare il nostro sistema di vita. Un monito e un auspicio che testimoniano con forza il valore sociale dell’arte. nel porgere il nostro più caloroso saluto agli artisti intervenuti non resta altro che ringraziare il professor Rocco Zani che con lungimiranza e spirito sociale ci ha offerto questo spaccato artistico di grande rilevanza.

Artisti: Nino Barone, Mariangela Calabrese, Michele Carafa, Umberto Cufrini, Alberto D’Alessandro, Francis Desiderio, Cosmo Di Florio, Viviana Faiola, Roberto Franchitti, Enzo Iovino, Massimo Mancini, Giovanni Mangiacapra, Renato Marini, Sara Pellegrini, Daniela Peri, Michele Peri, Mariangela Regoglioso, Valentino Robbio, Nazzareno Serricchio, Antonio Tramontano, Maria Villano.

Le ragioni dello sguardo di Rocco Zani. 

C’è una sorta di verità indiscussa che ci accompagna ora, sul ciglio di un tempo non pienamente metabolizzato, ai margini di un vuoto epocale indefinito e oscuro punto più che una verità, un incoraggiamento comune, un vero e proprio indizio di appartenenza: “riprendere il viaggio”. l’unica replica consapevole che tutti – la comunità artistica in primis – possiamo offrire al sacrificio di un silenzio senza fine, di un tempo piegato è sterile, di una dimensione che forse non ha avuto i quali due punti in termini di rapporti, di costruzione, di efficacia, di missione. 

Ma “riprendere il viaggio” non vuol dire annodare di nuovo i fili lacerati e reimpossessarsi semplicemente del cammino, come a celare il vuoto, come a sostituirlo con un rasserenante riepilogo. Il blackout è stato ed è ancora adesso una ferita epocale. Il “tempo avverso è sospeso” è stato ed è ancora una sottrazione storica, sociale, culturale, politica di corrispondenze non immaginabili. Per la prima volta ha reso protagonista l’intera comunità planetaria. senza sconti o pause, senza copertura ideologica, di condizione, di convenienza. E allora “riprendere il viaggio”, soprattutto per la collettività artistica, rivela l’urgenza (innanzitutto) di colmare di tensione e ragionamenti quel vuoto (quella spaccatura) cui facevo notizia. 

E credo che possa essere l’Arte, ancora una volta ad anticipare il senso (ovvero l’essenza) del divenire. Per quella sua “promessa magica”, per quell’attributo millenario di “vedetta sul dorsale “; per quella ciclica propensione allo sguardo e all’ascolto. Ecco, credo che sarà ancora una volta l’Arte, con i suoi attori sulla scena, a suggerire, per il bene comunitario, i segnali di una sconosciuta veridicità, di un inedito dialogo, di una identità prossima ventura. Bisogna pertanto suggerire responsi, disegni, prospettive. E credo sia necessario un impegno ancora più serrato; identificare e sostenere i nuovi “luoghi del pensiero”; calarsi in pieno (responsabilmente) nel nuovo quadro temporale affinchè possano emergere nuovi contenuti, inediti sconfinamenti.

“Riprendere il viaggio” assume più recenti identificazioni. Significa mutare la rotta e riportare al centro del confronto l’indizio “sociale” dell’arte, la sua presenza e adesione ad una identità che nasce, ora, da nuove urgenze, sollecitata da altre opportunità e direzioni. E’ indispensabile allora un nuovo “protocollo di compartecipazione” artistico – culturale – sociale sulle grandi questioni del divenire prossimo: penso all’ambiente, agli sviluppi tecnologici, alla sostenibilità intesa quale condizione del vivere e non della istintiva conservazione, alle ostilità celate ma diffuse, alla capacità della memoria quale strumento ( le cosiddette “risorse della memoria”, ovvero i luoghi, gli uomini, le idee in cui la storia umana – colma di conoscenze, di relazioni, di osservazioni – si è fata, da sempre, accumulo di cognizioni e di acquisizioni di tolleranza) di declinazione futura. Ecco direi che cognizioni ed acquisizioni, finora questi soggetti composti sono stati dall’arte appena lambiti, più o meno cautamente, come una sorta di “perlustrazioni accidentali” che non hanno però determinato o definito un vero progetto identitario. Ecco, credo che questo sia un ruolo guida oggi. Pedinare lo stupore e fare dello sguardo il nuovo dispositivo di progettazione; e al contempo, sostenere, anche in minuti contenitori, il senso sociale dell’arte, la sua carica di conoscenza e di supposizione, come fosse un cortile della sperimentazione e dell’azione.

Nasce da queste premesse – la titolazione ne è indizio palese – la mostra “Le ragioni dello sguardo” che l’amico di sempre, Nino Barone, ha voluto immaginare in un luogo di straordinaria bellezza, il Castello Svevo di Termoli affinché l’incontro non sia – soltanto – un ragionevole approdo di intenti quanto invece il prologo – senza alcuna ipocrita immodestia – di una rigenerante navigazione. Mi piace citarli tutti gli artisti presenti, per dare un senso, una traiettoria di riferimento, a chi si addentrerà all’interno di questo meraviglioso arcipelago: Nino Barone, Mariangela Calabrese, Michele Carafa, Umberto Cufrini, Alberto D’Alessandro, Francis Desiderio, Cosmo Di Florio, Viviana Faiola, Roberto Franchitti, Enzo Iovino, Massimo Mancini, Giovanni Mangiacapra, Renato Marini, Sara Pellegrini, Daniela Peri, Michele Peri, Mariangela Regoglioso, Valentino Robbio, Nazzareno Serricchio, Antonio Tramontano, Maria Villano.

Termoli 6 Marzo 2020

Incontro sul libro “Storia di Termoli” di Antonio Smargiassi coi soci del Lions Club Termoli Host (Termolionline)

Storia di Termoli’, la presentazione del libro con il Lions Club (Primonumero)

Antonio Smargiassi, studioso e uomo dal carattere schivo, direttore didattico in pensione ha ricoperto anche il ruolo di formatore su incarico dell’Ente Ospedaliero San Timoteo.

Presso la sala convegni della Caritas di Termoli si è svolta la presentazione del libro di Antonio Smargiassi “Storia di Termoli,” l’evento è stato organizzato dal Lions Club Termoli Host e patrocinato dalla fondazione Andrea di Capua Duca di Termoli.

L’avvenimento è stato introdotto dal Presidente del Club Termoli Host Tommaso Freda e moderato dal Presidente dell’associazione Andrea di Capua Duca di Termoli nonché socio del Club Termoli Host Roberto Crema.

Antonio Smargiassi, studioso e uomo dal carattere schivo, Direttore Didattico in pensione ha ricoperto anche il ruolo di formatore su incarico dell’Ente Ospedaliero San Timoteo, ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione “Opera Serena”, ha partecipato con successo a vari concorsi letterari ed è considerato uno dei più autorevoli studiosi della storia di Termoli con la quale ha avuto modo di confrontarsi in più occasioni con la redazione di vari libri tutti di grande pregio, questo volume è la sua ultima fatica. Il libro tratta della storia di Termoli dalle origini fino alla metà del secolo xx°.

Il preside Smargiassi nella sua relazione si è soffermato soprattutto sulla storia di Termoli all’indomani degli anni cinquanta fino ai giorni nostri.
In quegli anni, siamo nell’immediato dopoguerra, il degrado della città vecchia era notevole, l’acqua proveniente dall’Acquedotto Pugliese era erogata solo per cinque ore al giorno, la luce elettrica era un lusso in quanto moltissimi non potevano permettersi il contatore e dovevano collegarsi alla rete pubblica avendo la disponibilità di una sola lampadina per casa. La Riforma Fondiaria nel territorio di Termoli aveva ridistribuito solo 120 ettari, quota assolutamente insufficiente per un territorio come quello termolese.

La Termoli di allora era un paese costituito da pescatori, ortolani, contadini, pochi artigiani, cinque calzolai, un barbiere e un falegname, pochi opifici tra cui tre pastifici, una fabbrica di bevande gassate ed un’industria per la lavorazione del pesce.
Come eredità della guerra oltre ad altre cose erano stati abbandonati molti carri armati tedeschi e qualcuno pensò di utilizzare i motori di questi mezzi adattandoli alle barche da pesca. Questa idea ebbe un notevole impatto rivoluzionando quella che era allora l’attività principale della città di Termoli, la pesca.

Nella paese vi erano diversi professionisti, ma il linguaggio parlato era il termolese. All’epoca nel paese non vi erano molte occasioni di svago e quindi molti si dedicavano al quello che oggi si definisce gossip. Fuori porta le realtà imprenditoriali erano costituite da proprietari terrieri e commercianti.

Nel borgo vecchio l’attività principale era la pesca, per il restante gran numero di disoccupati l’unica alternativa era l’emigrazione, un problema per la città era costituito dall’alto numero di analfabeti. Molti erano comunque i vitelloni che a Termoli erano definiti “scansafatiche” che vestiti di tutto punto si dedicavano allo struscio ed al corteggiamento.

Per quanto riguarda le attività turistiche vi erano pochi stabilimenti balneari, quello più alla moda all’epoca era il lido Panfilo, in seguito fu realizzato anche un collegamento con le isole Tremiti, vi erano anche un cinema ed un teatro di rivista che funzionavano più che altro in estate per allietare i turisti provenienti da Campobasso e da altri paesi dell’interno.

L’organizzazione dell’estate termolese e della sua principale attrazione costituita dalla “sagra del pesce” era a cura dell’Azienda Autonoma di di Soggiorno che dalla sua istituzione nel 1962 rappresentò un notevole salto di qualità per il turismo termolese.
Sul piano politico, come nella maggior parte del sud Italia il partito di maggioranza era la DC che però a Termoli fini per spaccarsi sulle scelte di sviluppo in quanto i Dorotei erano favorevoli ad uno sviluppo turistico, mentre i Fanfaniani erano favorevoli ad uno sviluppo industriale.

I Dorotei temevano che la scelta industriale potesse favorire l’affermazione del Partito Comunista. Prevalse la posizione dei Fanfaniani con la costituzione del Consorzio Industriale della Valle del Biferno nel 1967. La prima industria fu lo Zuccherificio inaugurato nel 1969 dal Presidente del Senato Amintore Fanfani. Il progetto di industrializzazione della città fu portato avanti con molta determinazione favorendo la crescita di Termoli a livello demografico. L’arrivo della Radio e della TV fu una vera rivoluzione poiché mostrava ai termolesi tutta l’Italia e dava un’idea del paese. L’importanza sociale della TV fu quella di omologare la società e di emanciparla.

L’emancipazione toccò soprattutto le ragazze che ebbero l’occasione di uscire da una logica che le vedeva destinate ad essere solo delle buone casalinghe. Molte di esse decisero di studiare e di laurearsi. Termoli cambiò volto non era più soltanto una città di pescatori. Ora Termoli vive un momento di crisi, ma questa di oggi è una crisi valoriale a carattere nazionale e globale.

Al termine della manifestazione il Presidente Freda ha ringraziato il preside Smargiassi i soci e tutti i partecipanti.

https://www.termolionline.it/news/attualita/917890/incontro-sul-libro-storia-di-termoli-di-antonio-smargiassi-coi-soci-del-lions-club-termoli-host

https://www.primonumero.it/2020/03/storia-di-termoli-la-presentazione-del-libro-con-il-lions-club/1530599310/

Termoli 18 Gennaio 2020

TERMOLI Sabato 18 gennaio 2020 alle ore 17,00 al cinema Sant’Antonio. (Termolionline)

“L’estate termolese dal 1878 al 1925 tra bagni, svaghi e maldicenze”

“L’estate termolese nelle cronache dei periodici molisani dal 1878 al 1925… tra bagni, svaghi e maldicenze”.

Un titolo assai intrigante quello del libro presentato ieri pomeriggio all’ex cinema Sant’Antonio, patrocinato dall’associazione culturale “Andrea di Capua”.

Autore è Nicola Troilo, che in questa occasione si è avvalso della collaborazione attiva del professor Pierluigi Pranzitelli, e fa parte della collana “La Città Svelata”.

Il volume precedente, “Termoli e Bonaparte”, ci entusiasmò pur essendo un libro molto voluminoso, perché ci raccontava di una Termoli e la sua storia antica a molti sconosciuta e mai raccontata con quella veridicità e di documentazioni ufficiali depositati negli archivi di stato spulciati capillarmente dall’Autore. Stesso copione di autorevolezza anche nella circostanza attuale.

La storia ci racconta sempre una Termoli sconosciuta a molti, spulciando gli archivi storici custoditi presso la Biblioteca Albino di Campobasso le cronache tra gli anni 1878 al 1925, riportate dai tanti fogli e testate giornalistiche presenti in Molise all’epoca.

La città di Termoli nel periodo raccontato nel libro è un paese con poco più di 4mila abitanti, un paese povero con strade senza pavimentazioni, senza acqua corrente, ma grazie alla bellezze che madre natura gli ha donato già verso la fine dell’800, Termoli è meta di bagnanti nei mesi estivi, questo accadeva anche per via di un numero cospicuo di cittadini termolesi con un innato spirito e lungimiranti iniziative.

C’erano già due stabilimenti balneari, ma non solo c’erano due sale cinematografiche e un Politeama per rappresentazioni teatrali con la presenza di grandi e famose compagnie teatrali che facevano giungere nella nostra città tante persone dai paesi della provincia che in quel periodo erano molto più popolate di Termoli, ma anche da città più lontane arrivavano per non perdersi gli spettacoli davvero importanti.

Insomma non ci resta che leggere questo libro intelligente e divertente, spaccato della nostra Termoli.

In certi aspetti ci fa capire che a livello sociale e culturale si stava forse meglio di oggi.

Il presidente dell’associazione Andrea di Capua Roberto Crema ha svolto una introduzione legittimamente calorosa, l’opera associativa ha permesso di dare alle stampe già 11 libri.

Ospiti graditissimi ieri alla presentazione, a sorpresa, il Nunzio Apostolico del Vaticano in IranLeo Boccardi, originario di San Martino In Pensilis; il prof Vincenzo Lombardi presidente dell’Archivio di Stato e la professoressa Unimol Letizia Bindi.

A leggere con trasporto e maestria alcuni passi del libro è stato invitato Aldo Gioia, attore e professore di dizione.

Presenti anche il sindaco di Termoli e presidente della Provincia Francesco Roberti col presidente del Consiglio comunale e consigliere provinciale Michele Marone.

Termolionline ha seguito in diretta Facebook una parte importante della manifestazione.

https://www.termolionline.it/news/cultura/905426/lestate-termolese-dal-1878-al-1925-tra-bagni-svaghi-e-maldicenze

Termoli 18 Gennaio 2020

Bagni, svaghi e maldicenze: il turismo balneare visto dai periodici molisani. (Primonumero)

La vita sulla spiaggia termolese tra Ottocento e Novecento raccontata da corrispondenti e inviati dei giornali locali. Come la “gioventù dorata” di Termoli, del Molise e loro amici, le cui famiglie spadroneggiavano nei paesi, combatteva la noia tra serate danzanti, cene e pranzi sulla “rotonda” del Nettuno, pettegolezzi e amorazzi. Una serata densa e di obiettivo interesse culturale, che ha visto attraverso l’eccezionale presenza dell’arcivescovo Leo Boccardi, originario di San Martino in Pensilis e Nunzio apostolico in Iran, richiamare nel suo saluto i temi gravidi di pericoli insiti oggi nelle vicende del Medio Oriente.

Un pubblico numeroso e particolarmente attento ha seguito sabato 18 gennaio la presentazione dell’ultimo libro promosso dall’Associazione culturale Andrea di Capua Duca di Termoli intitolato L’estate termolese nelle cronache dei periodici molisani – Dal 1878 al 1925”, di cui sono autori Nicola Troilo e Pierluigi Pranzitelli.

Un’associazione giovane (è nata nel 2012) ma che si è già segnalata per la sua qualificata attività orientata a scoprire e valorizzare il patrimonio storico-culturale della città, soprattutto attraverso la ricerca e la divulgazione.

Alle opere ultimamente pubblicate, dalle immagini (rare) del fotografo Umberto Tarasca, vissuto a Termoli negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, ai documenti d’archivio riguardanti la Termoli nel periodo napoleonico di Nicola Troilo, ai ricordi degli anni Cinquanta e Sessanta di Antonio Smargiassi, si aggiunge ora quest’altro prezioso contributo che arricchisce la ricerca storiografica locale sul turismo balneare.

E che si tratti di un vero arricchimento è dato dal fatto che tra i documenti pubblicati ve ne sono alcuni che precisano meglio di quanto non sia già stato fatto finora la nascita dei primi stabilimenti balneari e dunque di quell’attività imprenditoriale legata alla risorsa mare quale volano di sviluppo non solo economico della città dalla fine dell’Ottocento a oggi.

La fonte esclusiva del lavoro di Troilo e Pranzitelli è costituita dai periodici molisani conservati presso la Biblioteca Albino di Campobasso, una delle più importanti istituzioni culturali esistenti nella nostra regione, ricca di un enorme giacimento di documentazione specifica sulla storia del Molise. Da qualche anno colpevolmente negato nella sua interezza, per ragioni burocratiche, alla consultazione di studiosi e anche semplici curiosi. E tutto ciò nel silenzio fragoroso di tutte le autorità civili e rappresentative regionali.

Di qui l’invito al sindaco di Termoli, presente all’evento con il presidente del Consiglio comunale Marone, anche come vertice politico della Provincia, di fare quanto in suo potere per accelerare la riapertura della Biblioteca. Sul tema è tornato poi nel suo intervento uno dei relatori, Vincenzo Lombardi, attuale direttore degli archivi di Stato di Campobasso e Isernia, ma prima e per lungo tempo direttore della Albino.

Questi, dopo avere riassunto per sommi capi la ricchezza del patrimonio documentale complessivo della Biblioteca, si è soffermato sui documenti oggetto della ricerca degli autori del libro, i periodici molisani pubblicati tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento.

«Rappresentano la maggiore fonte di informazione sulla vita delle città e dei più minuti paesi del Molise. Fonti sparse, ma che messe insieme danno l’idea della vita vera quotidiana della popolazione molisana di quegli anni. L’esempio è costituito dall’opera oggi presentata. Una documentazione particolarmente apprezzata e utilizzata da Eugenio Cirese per i suoi studi e scritti».

Si pensi – ha aggiunto Lombardi – a quante difficoltà bisognava fare fronte per la loro pubblicazione: dal reperimento non facile della carta, alle tipografie, al trasporto e consegna delle copie. Eppure la loro diffusione è stata significativa. La Biblioteca – ha concluso – si ritrova questo ingente patrimonio grazie alle donazioni di persone abbonate, quasi sempre appartenenti al ceto benestante e delle professioni.

L’intervento della prof. Letizia Bindi ha ripercorso la nascita del turismo balneare dai primordi, ricordando come esso sia nato nel Nord Europa nel 1700 come rimedio ai problemi di salute, per poi trasformarsi ed espandersi fino alle coste del Mediterraneo in occasioni vacanza e svago.

Dalla lettura del libro «si ricava come a Termoli il turismo marino non fosse in ritardo rispetto a tante altre località divenute nel tempo celebri. Quella delle corrispondenze giornalistiche raccolte e stampate qui è una lettura sapida che racconta una vicenda che sta dentro il turismo italiano. I dettagli narrati sono delle autentiche pennellate etnografiche, rappresentative soprattutto della vita dei ceti benestanti, che d’estate sulla spiaggia si ritrovavano tra di loro come in un vero proprio club esclusivo».

Tra gli interventi dei relatori, vi sono state le testimonianze degli autori. Troilo ha ripercorso la genesi del libro, citando chi vi ha collaborato. Pranzitelli si è soffermato sugli aspetti tecnici della ricerca e della sua trascrizione attraverso gli strumenti digitali.

Di due altri intermezzi è altrettanto giusto dire: la proiezione di uno dei cortometraggi realizzati sul Molise dal regista Giuseppe Folchi sulla processione per mare di San Basso con una delle ultime paranze ancora esistenti, quasi certamente del 1949, e la recitazione di brevi e divertenti racconti in vernacolo di Anna Catalano.

In una serata così densa che ha avuto come tema centrale la rievocazione dei tempi passati, non poteva mancare il richiamo al presente. Una vera e propria irruzione in sala della realtà drammatica di queste ultime ore e per molti versi allarmante per quanto da essa può scaturire.

L’ha posta all’attenzione di tutti, sollecitato al riguardo, larcivescovo Monsignor Leo Boccardi, originario di San Martino in Pensilis, rappresentante della Santa Sede nella capitale iraniana Teheran, presente al cinema Sant’Antonio. Le sue parole hanno particolarmente colpito l’uditorio per la schiettezza dei giudizi sulle ultime mosse dei governanti iraniani: «Non promettono per nulla bene i toni alti usati poche ore fa dall’ayatollah Kamenei. È necessario abbassarli, anche perché l’aggravarsi della situazione in quell’area geografica fa avanzare il pericolo di un ritorno dei terroristi dell’Isis. Quello che succede in Medio Oriente interessa a tutto il mondo».

Un intervento per nulla apparso fuori tema, dal momento che è bene e utile ripercorrere il passato, ma che è sempre altrettanto necessario non perdere di vista il presente, specie quando può minacciare da vicino.

L’intera manifestazione è stata abilmente condotta da Roberto Crema, attivo presidente dell’associazione “Di Capua”, mentre l’attore Aldo Gioia ha letto da par suo alcuni brani del libro.

https://www.primonumero.it/2020/01/tra-bagni-svaghi-e-maldicenze-la-gioventu-dorata-dellestate-termolese-vista-dai-periodici-molisani/1530592952/

Termoli 8 Dicembre 2019

“Termoli-Anni ’50 e ’60, Cronaca-Racconti” (Termolionline)

Buona l’affluenza di pubblico, nonostante le tante iniziative prenatalizie di ieri pomeriggio per la presentazione del libro “Termoli-Anni Cinquanta e Sessanta, Cronaca-Racconti”, dalle ore 17.30, presso la sala dell’ex cinema Sant’Antonio. E’ il quinto libro che il prof. Antonio Smargiassi scrive e dedica a Termoli dopo ‘Gente di mare, Gente di Termoli, La Battaglia di Termoli (ottobre 1943) e Storia di Termoli’.

Il libro combina gli anni che hanno avviato la transizione di Termoli da ‘Borgo di pescatori’ a ‘Città’ con la vita della gente immersa in una realtà soggetta a imprevedibili e continui cambiamenti rintracciabili nella ‘frazione di vita’ dei protagonisti dei racconti. Si può dire che l’insieme dei libri del prof. Smargiassi fotografa Termoli in lungo e in largo e, per quanto possibile, nel passato. Intervenuti, oltre all’autore, Angelo Marolla, Francesco Roberti, il professor Giovanni Di Giandomenico e padre Enzo Ronzitti. Ha moderato Antonio Lupo. Alcuni tratti del libro sono stati letti da Elisa Amoruso.

CRONACA (più di 60 pagine).

È un riandare alla Città degli anni ’50 e ’60 (una sorta di amarcord) con tutte le attività che la rendevano viva: pescatori, ortolani e contadini; botteghe di artigiani (dai calzolai ai fabbri … e dalle piccole imprese edili alle officine meccaniche); attività commerciali (alimentari, abbigliamento), farmacie; la vita dei giovani (apprendere un mestiere, a Vasto per il titolo di studio di ragioniere, geometra o maestro e a Larino per la licenza liceale); la vita delle donne, sia nel Paese Vecchio che Fuori Porta; la fila di donne e bambini alle fontane pubbliche con secchi di zinco; il permanere delle credenze popolari (in particolare nel Paese Vecchio); le tradizioni religiose e le feste, i canti agiografici.

E ancora: il lento cambiamento della mentalità e dei costumi determinati soprattutto dalla televisione al cinema. La vita dei giovani, sia di chi aveva superato l’età dell’adolescenza che di quelli che si trovavano nella giovinezza piena. L’emigrazione verso Città del Nord e l’Estero e lo spopolamento del Paese Vecchio.

Le grandi trasformazioni: le paranze, dalle vele ai motori; la Riforma fondiaria; la politica, tra contrasti e impegno per dare un impulso alla Città; la istituzione di Scuole Secondarie di Secondo Grado; il porto; il risolto problema dell’acqua con la Diga del Liscione; il dimezzamento dei tempi per Campobasso grazie alla Bifernina; il collegamento con le Tremiti; l’estate al mare, sulle spiagge ombrelloni e bagnanti (poi villeggianti e infine turisti) ospiti degli stabilimenti balneari; i segnali di un futuro turistico per la Città, l’industrializzazione …; l’esplosione dell’edilizia nel corso degli Anni ’60 e l’immigrazione avvenuta quando nel Paese Vecchio si era già compiuto lo spopolamento e altro.

I due decenni sono quelli della trasformazione di Termoli e del suo passaggio da Borgo di pescatori a Città, compreso l’importante ruolo svolto a livello regionale.

RACCONTI (più di 160 pagine)

Ogni racconto trae spunto da un fatto realmente accaduto, anche in tempi lontani come il primo nel quale sono presenti credenze popolari, pregiudizi e la vita della gente di Termoli prima, durante e dopo la e guerra. Ovviamente ognuno di essi è stato rielaborato per ragioni intuibili e cambiati i cognomi dei protagonisti. I cognomi propri della storica comunità termolese sono stati mantenuti per i personaggi che fanno da sfondo al narrato.

1-La vedova di Strada Duomo

Narra le traversie di un’orfana che dimessa dall’Orfanotrofio, all’età di 18 anni, va a vivere con una zia. Alla felicità del dopo-matrimonio subentra una serie di imprevisti che minacciano di travolgerla, dalla morte del marito alla fattura di cui rimane vittima la figlia.

La vicenda si incrocia con quella di un sergente della Regia Marina dichiarato ‘Disperso’ a seguito dell’affondamento della nave sulla quale era imbarcato e che poi torna a Termoli.

2-Gli scansafatiche

Riporta la vita di tre amici ‘sfatëjëte’, ‘perditempo’, ‘bellimbusti’, ‘guappi’ i quali vivevano d’estate e per l’estate. Il lavoro era un qualcosa che stava e rimaneva lontano, malgrado le preoccupazioni …. La loro era una sorta ‘dolce vita’ fatta di niente.

Intorno ai 30anni (fine anni 50-primi anni 60) si rendono della importanza di un lavoro che però a Termoli manca. Da questa ricerca la loro definitiva separazione.

3-Quelli delle littorine: un racconta ad ampio spettro tutto circoscritto agli Anni’50 e ai giovani che in quel decennio avevano dai 14-16 anni ai 19-21 e la voglia di riscatto sociale che soltanto un mestiere o un diploma, da acquisire frequentando Scuole, a Vasto e a Larino, poteva dare. Incentrato sui giovani che per un diploma o la licenza liceale dovevano raggiungere Vasto o Larino, giovani immersi nel liquido amniotico del cambiamento (musica e canzoni; cinema e televisione …) ma con in testa lo studio.

4-Clara, una ragazza determina narra di una bravissima studentessa la cui ambizione di laurearsi viene messa in forse dalle conoscenze e dal tipo di vita nella quale si trova coinvolta per caso e dalla quale rischia di venire intrappolata. Il latino, nel quale aveva sempre primeggiato (Scuola Media e Istituto Magistrale), è la passione che la porta ad iscriversi all’Università. Una passione accantonata e poi ritrovata.

SINTESI n. 2:Il libro -fa rivivere gli anni che hanno avviato la transizione di Termoli da ‘Borgo di pescatori’ a ‘Città’; -la vita della gente immersa in una realtà soggetta imprevedibili e continui cambiamenti rintracciabili nella ‘frazione di vita’ dei protagonisti dei racconti.

https://www.termolionline.it/news/attualita/895858/termoli-anni-50-e-60-cronaca-racconti

Termoli 8 Dicembre 2019

L’amarcord di Smargiassi sulla Termoli degli anni Cinquanta Sessanta. (Primonumero)

 L’ultima, in ordine di tempo, opera di Antonio Smargiassi, presentata sabato 7 Dicembre 2019 al cinema Sant’Antonio, ripropone sul filo della memoria fatti, persone e personaggi della Termoli degli anni Cinquanta e Sessanta.

 Il libro è diviso in due parti: Cronaca e Racconti, che ne costituisce anche il titolo. Dunque non un saggio storico, ma un amarcord personale, intenso e non breve, con il quale l’autore ripercorre l’evoluzione della nostra città dagli stenti del dopoguerra agli esordi del miracolo economico.

Una sorta di film in cui si intrecciano senza sosta fatti di vita popolare, economia, politica, cultura, con i loro piccoli e grandi protagonisti: poveri e “signori”, le due categorie sociali in cui era divisa la società locale a quel tempo, con le loro abitudini e comportamenti. E’ come in un film, alla rappresentazione della vita vera si mescola la fantasia dei racconti, anch’essi però attinti dalla vita vissuta di quegli anni.

 L’autore dice che, questo libro intende porsi come ponte tra ” gente di Termoli ” e “Gente di mare “, altre sue due opere basate sulla stessa trama dei ricordi personali o di vicinato “tenuti insieme dal fragile filo della memoria collettiva e da sbiaditi ricordi di famiglia”.

 E su questo hanno fatto leva i relatori per soffermarsi, come il professor Gianni Di Giandomenico, su come era Termoli dall’inizio di quel ventennio preso in esame, alla fine degli anni 60.

 Il libro – ha detto – “disegna la topografia dei luoghi descritti quasi casa per casa”. Rammenta lo spopolamento del centro storico o borgovecchio, come lo si vuole chiamare, e le iniziative anche personali che ne impostarono  le basi per la sua rinascita.

 I progetti artigianali, lo zuccherificio, la Fiat, il turismo, il Premio Termoli di pittura, tutto quanto fatto in quegli anni per rendere Termoli una città moderna e progredita, è merito di una classe politica illuminata. Di Giandomenico non ci sta ad accettare le critiche di quanti ieri si opponevano a tutto questo e oggi mettono sotto accusa quella classe politica. E qui il giudizio su costoro diventa tutt’altro che diplomatico.

 Padre Enzo Ronzitti, a capo della parrocchia più popolosa di Termoli  (Santi Pietro e Paolo), circa 11 mila abitanti, ma nato e cresciuto nel centro storico, afferma che nel libro di Smargiassi  “ho trovato anche la mia storia e rileggerla fa bene a tutti. Ripercorrere la vita del borgo vecchio di allora significa rivivere la storia di molti, se non di tutti.

E da lì, anch’egli, sempre sul filo della memoria personale rammenta le povere case di allora composte di una stanza con un unico divisorio dove vivevano più persone. quando si andava con le sedie a vedere la televisione a casa di donna Gina Campolieti, una delle pochissime che allora la possedevano. “La più parte tutte persone che si conoscevano e che avevano le porte di casa sempre aperte,  anche perché dentro non vi era nulla da rubare “.

 Il racconto – aggiunge – fa diventare protagonisti le persone semplici.  “I paranguele, ossia i racconti popolari erano fatti veri e noi non possiamo procedere nella vita senza conoscere la storia vissuta “. 

Ultimo intervento quello dell’autore, che sollecitato dal moderatore dell’incontro, il giornalista Rai Antonio Lupo, ha detto che ha “voluto con questo libro recuperare il vissuto perché tutti possano valutare  quanto fossero più duri rispetto ad oggi i tempi passati “. E di  “averlo voluto fare senza l’ausilio di nessuno, solo con la mia memoria, perché il libro fosse veramente mio”.  

A nome della “Associazione Andrea Di Capua” che ha editato il volume, in sostituzione del suo presidente Roberto Crema, assente giustificato, ha portato il saluto l’avvocato Angelo Marolla, il quale fra l’altro ha tenuto a sottolineare che: “il libro di Smargiassi ha il compito di far rivivere il passato prossimo della città e rappresenta il racconto della nostra vita. E’ un tuffo nella vita trascorsa per riscoprire solidarietà e vicinanza “.

 In apertura, il sindaco di Termoli Francesco Roberti, ha recato il saluto della amministrazione da lui guidata è fatto gli auguri all’autore: “quello di Smargiassi è un libro di storie è proprio sotto Natale si raccontano storie “. Come dire che  è il tempo giusto per opere come queste. Il sindaco poi ha approfittato della circostanza per augurare ai presenti Buon Natale.

 Elisa Amoruso ha letto negli intervalli dei relatori alcuni brani del lavoro di Smargiassi.

Termoli 5 Dicembre 2019

“San Basso ha costruito la sua casa sulla roccia facendosi guidare dalla Parola” (termolionline)

Il giorno di San Basso: barche in porto e celebrazioni. (primonumero)

La festa del Santo patrono come un’opportunità per crescere in una fede autentica. Oggi, 5 dicembre. ricorre la memoria liturgica di San Basso, protettore della città di Termoli e di tutta la diocesi.

Una giornata iniziata sin dalle sette del mattino quando il Vescovo, monsignor Gianfranco De Luca, ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Basilica Cattedrale con il parroco, mons. Gabriele Mascilongo e diversi sacerdoti. Presenti le autorità civili e militari, i rappresentanti della marineria, le famiglie dei pescatori e tutti coloro che hanno voluto condividere un momento intimo e significativo per l’intera comunità.

“Cosa abita adesso nel tuo cuore? Consolazione o frustrazione? A cosa affido il primato della mia esistenza?” Da queste domande monsignor De Luca ha esortato i presenti a fare una riflessione sulla propria vita personale, familiare e comunitaria.

La Parola di Dio – ha affermato – ci viene incontro. Il Signore è per tutti noi una roccia eterna. Se ci affidiamo a lui, alla sua Parola, alla sua volontà è come costruire una casa sulla roccia. San Basso ci fa proprio questa consegna: ha costruito la sua casa sulla roccia facendosi guidare dalla Parola e con-fidando nel Signore. Cogliamo questo invito e accogliamo anche noi l’amore del Padre nella nostra esistenza per vivere in pienezza confidando sempre in lui”.

In occasione della festa liturgica di San Basso le barche sono rimaste in porto e la marineria ha donato delle ceste di pesce fresco durante l’offertorio. Inoltre, mons. De Luca ha consegnato alle coppie delle famiglie dei pescatori il libretto che ha preparato per il periodo di Avvento intitolato “Alla ri-scoperta dell’amico discreto” con un invito alla preghiera in famiglia che si apre a tutta la comunità.

Al termine della celebrazione sono state inaugurate le tre nuove teche collocate in Cattedrale e nella cripta che custodiscono l’antica statua di San Basso, venerata dai termolesi, risalente al XV secolo; la casula indossata da San Giovanni Paolo II in occasione della visita apostolica a Termoli e alla Diocesi del 16 marzo 1983, oltre a diversi oggetti sacri. L’intervento, finanziato dall’otto per mille nel settore cultura, è stato illustrato dall’ingegnere Alessandro Rucci, delegato episcopale per i Beni culturali della Diocesi.

Il corteo ha quindi partecipato all’inaugurazione del largo intitolato a San Basso su proposta dell’Associazione culturale “Andrea Di Capua – Duca di Termoli”, presieduta da Roberto Crema, accolta dal Comune e situato a pochi metri dalla Cattedrale al lato della parete sinistra della chiesa di Sant’Anna.

La mattinata si è conclusa con la deposizione di una corona al porto al monumento dedicato alla Gente di mare con la preghiera del marinaio letta da Rocco Mangifesta e la benedizione impartita dal Vescovo De Luca.

https://www.termolionline.it/news/attualita/895181/san-basso-ha-costruito-la-sua-casa-sulla-roccia-facendosi-guidare-dalla-parola

https://www.primonumero.it/2019/12/il-giorno-del-patrono-e-della-gente-di-mare-barche-in-porto-e-celebrazioni-per-onorare-san-basso/1530587096/

Termoli 4 Dicembre 2019

Memoria liturgica di San Basso: il programma di giovedì 5 dicembre (termolionline)

Giovedì 5 dicembre 2019 ricorre la memoria liturgica di San Basso, patrono di Termoli e dell’intera Diocesi. Di seguito il programma della giornata:

  • ore 7: celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, mons. Gianfranco De Luca, nella Basilica Cattedrale di Santa Maria della Purificazione alla presenza delle autorità civili e militari della città, delle associazioni della marineria e di volontariato.

Al termine della messa saranno inaugurate le nuove teche che custodiscono la più antica statua di San Basso, la casula indossata da San Giovanni Paolo II in occasione della visita apostolica a Termoli del 19 marzo 1983, e vari oggetti sacri.

Inoltre, su proposta dell’associazione culturale “Andrea Di Capua – Duca di Termoli” approvata dal Comune, sarà inaugurato “Largo San Basso” nello spazio del Paese Vecchio che si trova sul lato sinistro, da piazza Duomo, della chiesa di Sant’Anna.

Seguirà corteo e momento di commemorazione al porto per rendere omaggio alla “Gente di Mare” e condividere la preghiera del marinaio.

  • ore 18: ordinazione presbiterale di Pasquale Antonetti in Cattedrale (comunicato di dettaglio trasmesso il 3 dicembre).

https://www.termolionline.it/news/flash/894870/memoria-liturgica-di-san-basso-il-programma-di-giovedi-5-dicembre

Termoli 10 Ottobre 2018

Associazione Di Capua, Roberto Crema confermato presidente:

Roberto Crema è stato confermato alla guida dell’associazione “Andrea Di Capua”. Il Direttivo ha infatti proceduto al rinnovo delle cariche sociali del triennio 2018/2021 e per il secondo mandato consecutivo Crema è stato eletto presidente. Il suo vice sarà Pietro Cappella, segretario Giovanni Riolo e tesoriere Vincenzo Sciarretta.

Gli altri componenti del Consiglio Direttivo eletti dall’assemblea dei soci del 12 settembre scorso sono Raffaele Bassani, Anna Catalano e Antonio Di Cesare.
Il Collegio dei Probiviri è composto da Francesca De Gregorio, Pierluigi Pranzitelli e Nicola Troilo.
L’associazione “Andrea Di Capua”, costituitasi nel settembre 2012, si propone di contribuire al recupero, alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città.
“Scopo principale dell’associazione – si legge in una nota – è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni di Termoli, in tutti i suoi molteplici aspetti, anche in collaborazione con Istituzioni, Enti ed altre associazioni.
La “Conoscenza” della città è elemento fondamentale ad evitare possibili “spaesamenti” ed è necessaria a rinvigorire il senso di appartenenza, valore basilare di quella crescita culturale che fa di un insieme di persone una comunità”.
Il neo Presidente Roberto Crema nel ringraziare tutti i soci per il lavoro svolto ha ripercorso la storia dei primi sei anni di vita dell’associazione menzionando le principali iniziative. All’attivo si registrano ben otto pubblicazioni, un concorso di narrativa, due mostre di fotografie d’epoca, una mostra di pittura e la partecipazione a Pesaro all’evento “da porto a porto”.
“Dover operare unicamente con le nostre limitate risorse economiche ed imbattersi sistematicamente in tanta burocrazia non è semplice, ma l’amore per la nostra terra per la sua storia e le sue tradizioni sono la spinta necessaria ad andare avanti, non dobbiamo demordere” ha dichiarato Crema preannunciando iniziative inerenti la storia e la cultura di Termoli, anticipando che sono allo studio (di prossima pubblicazione) due nuovi testi ed è in itinere l’organizzazione di un convegno di rilevante importanza.

https://www.primonumero.it/2018/10/associazione-di-capua-roberto-crema-confermato-presidente/1530529387/

Termoli – Pesaro 22 Giugno 2018

Da porto a porto

PESARO – Vivo a Pesaro ormai da quasi venti anni, qui ho vissuto splendidi momenti con mio marito e qui sono cresciuti i miei figli, ma Termoli mi manca sempre, mi manca il mare, il porto e il paese vecchio. Quando torno a Termoli la prima meta è Piazza Sant’Antonio, poi il Paese Vecchio, il porto, le scalette del folclore e via Belvedere: i luoghi dove ho scorrazzato da piccola con le mie amichette.

Fatto sta che la passione per il Porto e per tutto ciò che riguarda la marineria deve essere dentro di me come lo può essere un gene perché in questi venti anni trascorsi qui mi sono sempre ritrovata a vivere, come calamitata, nei pressi del porto: la mia migliore amica (nonché collega di plesso) è una “portolotta”, e quando ho dovuto scegliere la scuola per i miei figli è stata quella nel quartiere del Porto, La “Santa Maria del Porto- Nuova Scuola”, anche se vivevo da poco fuori Pesaro. Ogni mattina, con i miei bambini, per arrivare a scuola si sceglieva il percorso che costeggiava la banchina del porto-canale e così al ritorno.

Fatto sta che quest’anno gli organizzatori della festa del Porto di Pesaro mi hanno contattata, mossi dal desiderio di gemellarsi con il Porto di Termoli. La cosa mi ha immediatamente “commossa”. Sapevo che questi gemellaggi li organizzano ogni anno…ma Termoli, la mia Termoli…come hanno potuto pensare a TERMOLI? Un po’ imbarazzata, quasi soffocata da un senso di inadeguatezza ha detto loro che la cosa mi faceva oltremodo piacere ma…non sapevo proprio come aiutarli, ero decisa a dir loro di trovare un altro “Porto” e così ho fatto.

Poi una sera mi ha chiamato al cellulare Sergio, uno degli organizzatori, e mi ha raccontato la storia dei portolotti, del desiderio di conservare le loro origini, di farne memoria tra i giovani, che non conoscono più quella solidarietà che c’era tra le donne del porto o tra gli stessi marinai, soprattutto quando non vedevano rientrare un trabaccolo, e si riusciva in mare per cercarlo. Sergio mi ha spiegato che questo momento d’incontro con gli altri porti era per loro più di un gemellaggio, era il momento per tornare su se stessi e ritrovare quell’umanità perduta. Io, nell’ascoltarlo, mi sono accorta che stava raccontando qualcosa che mi apparteneva, che c’entrava con la mia stessa storia… E di nuovo commozione. E la commozione “MUOVE”, così gli ho detto.
 Ok, provo a cercare qualcuno ma non ti assicuro niente”.

Quindi ho aperto facebook, ho contattato il signor Antonio Mucci, amministratore della pagina “Quelli che amano Termoli”, pagina che seguo, gli ho raccontato tutto e il giorno dopo mi fornisce un contatto dicendomi: “ C’è l’Associazione Andrea di Capua-Duca di Termoli, che è interessata a questa cosa”. Ho detto:” Antonio…hai specificato che è tutto gratuito, non pagheranno nemmeno le spese.” E lui: “ Certo!”. Così ho contattato il Presidente dell’Associazione, il signor Roberto Crema, e in meno di 24 ore ho avuto la disponibilità, totalmente gratuita, dell’Associazione.

Quello che è accaduto la sera del 22 Giugno a Pesaro ha dell’incredibile: i membri dell’Associazione sono arrivati in pulmino e dopo aver visitato il Museo della Marineria Washington Patrignani, sono saliti sul palco e hanno cominciato a raccontare le origini del porto di Termoli, come è nato e come si è sviluppato, riportando date e fatti circostanziati da un’evidente ricerca storica. Ad essa hanno accompagnato la proiezione di immagini bellissime di Termoli, foto antiche e moderne, della Processione di San Basso, della spiaggia. Hanno recitato poesie in vernacolo, anticipate dalla traduzione e poi, la Preghiera a San Basso, recitata magistralmente dalla professoressa Anna CatalanoTutto, ma proprio tutto, è stato ascoltato in religioso silenzio.

A conclusione di questo momento, mi sono guardata intorno, il pubblico era commosso e applaudiva, ma la cosa che più mi ha colpita è stata che alcuni pesaresi si sono avvicinati per chiedermi il CD delle immagini, una signora invece mi ha chiesto i testi delle poesie.

Perché tutto questo ha dell’incredibile? Perché i pesaresi sono noti come chiusi e diffidenti e invece in questa occasione si sono riconosciuti nei termolesi, nelle loro storie, nella loro paura del mare e nella fiducia che danno al Cielo per scongiurare disgrazie . Insomma il Porto ha unito due realtà distati 400Km eppure simili, in una splendida serata d’estate.

I pesaresi si sono profusi in ringraziamenti, grati all’Associazione Andrea di Capua-duca di Termoli, per la disponibilità data! Io, da parte mia, chiedo scusa ai miei ex concittadini per non essermi immediatamente fidata di loro e li ringrazio per la generosità, ineguagliabile, che hanno dimostrato. Ringrazio in modo particolare il Presidente Roberto Crema, persona davvero speciale, per la disponibilità e tutti i membri dell’Associazione per il lavoro svolto alla preparazione di questo evento.

Antonella D’Aloisio

https://mynews.it/da-porto-a-porto-il-racconto-di-antonella-daloisio/

Termoli 21 Giugno 2017

“Termoli e Bonaparte”, giovedì 21 giugno la presentazione del libro:

Sarà presentato domani 22 giugno 2017 alle ore 17.30 al Cinema Sant’Antonio il libro intitolato ‘Termoli e Bonaparte’ dell’autore Nicola Troilo.

L’evento è patrocinato dal Comune di Termoli, la Diocesi di Termoli-Larino, la Regione Molise, l’ANIMI (Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia), l’IRESMO (Istituto Regionale Studi Storici del Molise Vincenzo Cuoco), l’associazione culturale “Andrea di Capua” e il MIBACY con gli archivi di Stato di Campobasso e di Foggia.

Parteciperanno alla presentazione come relatori il vescovo Mons. Gianfranco De Luca, il sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, il presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura, il prof. Giovanni Cerchia dell’Università degli Studi del Molise, il prof. Gerado Bianco presidente dell’ANIMI. Modererà l’incontro Roberto Crema, presidente dell’Associazio0ne Culturale ‘Andrea di Capua’.

https://www.molisenews24.it/termoli-bonaparte-giovedi-21-giugno-10179.html

Termoli 20 Agosto 2016

IV Crociata e corpo di San Timoteo, torna attuale poema in vernacolo (primonumero)

Evento culturale di qualità quello tenutosi giovedì 18 agosto a Tornolla, proposto dall’Associazione “Andrea Di Capua”.

Il testo del poemetto composto da terzine alternate in vernacolo “Oliviero da Termoli a la IV crociata e il corpo di San Timoteo”, è stato riportato All’attenzione dei termolesi, ma non solo, dopo anni di inspiegabile oblio. Titolo: “A Tërnóle,canto in vernacolo” di Raffaello D’Andrea.

Le persone accorse in buon numero hanno potuto così apprezzare non solo le qualità intellettuali dell’autore, ma anche l’abilità dei narratori, alle prese con un dialetto ricco di sfumature e di suoni ma ormai desueto.

Dopo l’introduzione del Presidente dell’Associazione Roberto Crema, è stata la volta di Pasqualino Marino, nipote del poeta, che ha ricordato la figura del nonno. 

Successivamente Angelo Marolla ha rievocato il quadro storico nel quale è venuta a cadere la vicenda del ritrovamento del corpo del discepolo di San Paolo (11 maggio 1945) è il rilievo dato dalle autorità religiose solo a partire dal 1947.

Al termine della serata è stato proiettato il filmato, ormai anch’esso storico, del solenne Pontificale e della processione del Santo per le vie di Termoli. Utilissima l’iniziativa di ristampare in copie limitate, distribuite gratuitamente ai presenti, il testo del poema.

Termoli 18 Giugno 2016

La storia della città dalle origini al 1950, nuovo testo di Smargiassi (primonumero)

Un lavoro lungo 5 anni per raccontare la lunga storia della città attraverso fonti e ricerche. Antonio Smargiassi, storico termolese, ha presentato ieri pomeriggio, venerdì 17 giugno, la sua ultima opera letteraria e soprattutto storica. “La storia di Termoli” racconta infatti la città dalle origini fino al 1950. Il lavoro è frutto di numerose ricerche e viaggi negli archivi di stato di Campobasso e Foggia dove il preside Smargiassi ha potuto consultare i numerosi atti. Dopo le iniziali fasi di ricerca, il grande impegnativo lavoro di risistemazione degli appunti soprattutto l’organizzazione in ordine cronologico dei numerosi dati che raccontano i cambiamenti del territorio, dal punto di vista culturale e sociale. 

Durante la presentazione al cinema Sant’Antonio moderata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Antonio Lupo, sono intervenuti anche Roberto Crema, Presidente dell’Associazione culturale  “Andrea di Capua Duca di Termoli”, la vicesindaco Maria Chimisso è il professor Giovanni Di Giandomenico, oltre al professor Giovanni Cerchia, docente di storia contemporanea dell’università del Molise. 

Numeroso il pubblico che ha assistito alla presentazione del nuovo volume che rappresenta un nuovo tassello per la storia della città. nel corso della presentazione sono stati anche letti i brani tratti dal testo da due studenti del liceo scientifico Alfano da Termoli, Mariangela Iacovelli e Nico Cappella.

Termoli 18 Giugno 2016

Storia di Termoli, scoprila dalle origini alla Seconda guerra mondiale (termolionline)

Dopo la presentazione in conferenza stampa, il debutto in pubblico, con la sala del cinema Sant’Antonio gremita in occasione del vernissage dell’ultima fatica letteraria del professor Antonio Smargiassi, “Storia di Termoli”, frutto di oltre un lustro di intensa attività di ricerca.

Nel corso del tardo pomeriggio sono intervenuti i professori Giovanni Di Giandomenico e Giovanni Cerchia moderati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise, Antonio Lupo dopo i saluti di rito del presidente della associazione Andrea di Capua, Roberto Crema e dell’amministrazione comunale, affidati al vicesindaco Maricetta Chimisso, a prendere la parola è stato il professor Di Giandomenico che ha tessuto gli elogi del lavoro di Smargiassi, preceduto dalla lettera di un passo dell’opera da parte di uno studente.

Opera, per la verità, dalla quale emerge come la storia di Termoli non abbia vissuto, almeno sino alla seconda guerra mondiale momenti di particolare splendore, segnata come era annose problematiche quali quella della scarsità di cibo, di acqua e di igiene. Molto interessante sarebbe la fase del secondo risorgimento termolese, vale a dire il periodo post bellico sul quale il di Giandomenico ha invitato l’autore a concentrare le proprie attenzioni future, anche rispetto a un momento come quello attuale di nuovo non idilliaco.

Ricco di elogi anche l’intervento del professor Cerchia, che insieme a Di Giandomenico ha curato le prefazioni del volume. Storico contemporaneo, ha incentrato la propria attenzione sul rigoroso metodo seguito dallo Smargiassi, un metodo fondato sulla meticolosa ricerca di archivio e sullo studio attento dei documenti. Battute finali riservate all’autore che dopo i ringraziamenti a coloro che hanno contribuito alla pubblicazione del volume, Comune di Termoli, Circolo della Vela, Associazione Di Capua, Rotary Club e Lions tra gli altri, si è sottoposto ad una sorta di Question Time rispondendo alle domande del moderatore Lupo.

Ne sono emersi alcuni elementi interessanti quali ad esempio gli archivi alla base della ricerca, quello di Foggia, di Campobasso o della abbazia di Montecassino, nondimeno la drammatica situazione venutasi a creare dopo il sacco turco, che letteralmente rase al suolo la nostra città. Prova ne sia il fatto che il primo documento rinvenuto in archivio risalga al 1687. Oppure i riferimenti alle Necropoli di zona Airino e Difesa Grande che rappresentano ancora una pagina oscura di Storia, oppure la ricchezza del periodo federiciano, quando Termoli arriva a contare circa 500 fuochi… e così via. 

Di più non vogliamo dire perché la lettura è piacevole e quasi come in un giallo, per usare le parole del professor Di Giandomenico, si ha la voglia di leggerlo tutto d’un fiato per scoprire velocemente l’epilogo, scoprendo pagina dopo pagina e ne sono circa 350, documenti inediti aneddoti ricostruiti con minuziosi dettagli e fotografie sorprendenti.

Termoli 15 Giugno 2016

L’associazione Andrea Di Capua rilancia: un catalogo di tutti gli autori termolesi: (termolionline)

La conferenza stampa di presentazione del libro del prof Smargiassi sulla storia di Termoli è stata anche utile occasione per parlare dell’associazione culturale Andrea Di Capua – Duca di Termoli, che da poco ha rinnovato il direttivo che governerà la realtà associativa nel prossimo triennio. Rieletti presidente per il secondo triennio, Roberto Crema, come segretario Giovanni Risolo. Nel nuovo direttivo, in cui non compare Angelo Marolla, tra i promotori dell’iniziativa, ma che rimane accanto all’associazione, vicepresidente è stata eletta Francesca De Gregorio, tesoriere Vincenzo Sciarretta. Consiglieri: Pietro Cappella, Antonio Smargiassi e Pietro Di Cesare. Infine, i probiviri sono Raffaele Bassani, Antonio De Gregorio e Nicola Troilo. L’associazione sta lavorando – senza alcun contributo di natura pubblica – alla seconda edizione del volume di immagini storiche di Termoli, dopo l’esordio con Umberto Tarasca. L’arco temporale che verrà coperto sarà dal 1900 al 1940, con cartoline plurime che proporranno diverse angolature in ogni foto. In estate sarà riesumato un poemetto di D’Andrea, dedicato al compatrono San Timoteo, arricchito nella serata da nozioni, pillole e aneddotica locale. Un progetto davvero meritevole è quello di realizzare un catalogo degli autori termolesi, che come la storia della città, non hanno mai goduto di un unicum. In molti sono sconosciuti ai più e questo è davvero un peccato per la memoria storica e culturale adriatica. In questo filone c’è il lavoro di raccordo del consigliere Pietro Cappella, con cui è in corso uno screening attraverso cui riprodurre almeno le copertine dei testi mandati in stampa. “Sacrificio, trasporto ed entusiasmo, uniti alle economie dell’associazione, sono l’unico carburante che ci permette di viaggiare nella memoria di Termoli, superando le difficoltà sempre maggiori che queste iniziative incontrano e devono sormontare”, la chiosa di Crema.

https://www.termolionline.it/news/cultura/599520/lassociazione-andrea-di-capua-rilancia-un-catalogo-di-tutti-gli-autori-termolesi

Termoli 15 Giugno 2016

Storia di Termoli, 300 pagine di documenti e foto inedite raccolte da Smargiassi (termolionline)

“Storia di Termoli, non la storia di Termoli”. Basta questa precisazione per capire al volo la dovizia di particolari e precisione con cui il professor Antonio Smargiassi, apprezzato storico e saggista termolese, alla sua quarta pubblicazione, ha realizzato e dato alle stampe un volume di pregio da oltre 300 pagine. L’opera editoriale, con la quale l’ex dirigente scolastico ha voluto offrire inediti e spaccati narrativi e iconografici mai emersi fino ad ora, porta anche il logo della Associazione Culturale Andrea Di Capua. 

La presentazione della mission storica da cui è nata l’idea che ha visto Smargiassi impegnato quasi quotidianamente negli ultimi cinque anni c’è stata ieri mattina alla sala dell’hotel Corona. 

Assieme a lui, il Presidente rieletto per il secondo triennio, Roberto Crema e il segretario Giovanni Risolo, oltre ad alcuni componenti del direttivo tra cui Pietro Cappella.

Un intero lustro per consultare in decine e decine di visite agli archivi di Stato del Molise a Campobasso, ma anche a Foggia e Montecassino, casse di materiale insieme alla lettura attenta e scrupolosa dei numerosi libri sul Mezzogiorno, primo fra tutti la monumentale Opera di Giuseppe Galasso. 

L’incontro di illustrazione dell’impresa storiografica ci sarà dopodomani alle ore 18, al cinema Sant’Antonio, e considerato che la nazionale giocherà alle 15 non ci sono scuse per non presenziare. In molti brandiscono ed espongono il mito della termolesità e vedremo chi la onorerà.

Crema ha chiaramente voluto sfatare il luogo comune sulla impossibilità di ricostruire la storia della città, Soprattutto per i periodi antecedenti alle distruzioni degli archivi locali, ricordiamo la furia ottomana di Pialì Pascià nel 1566, poiché scavando a fondo è possibile trovare numerosi riscontri e riferimenti, ma fuori dal Molise soprattutto, come si è industriato a fare Smargiassi.

Importanti contributi che verranno venerdì dai relatori Giovanni Di Giandomenico e Giovanni Cerchia, presenti anche nelle prime pagine della “Storia di Termoli”, che saranno preceduti dai saluti del presidente della Associazione Andrea di Capua e dal sindaco Angelo Sbrocca. 

Termoli 15 Giugno 2016

La “Storia di Termoli” secondo Antonio Smargiassi (informaticatermoli)

Un “volume voluminoso “ma, in verità, doverosamente voluminoso. Difficilmente si potrebbe infatti essere più brevi dovendo parlare della città a partire dalle origini e sostanzialmente fino al nostro tempo. Così, le 350 pagine ed i 33 capitoli che ne raccontano le vicende, spesso drammatiche, che la segnarono altro non sono che lo spazio necessario per raccogliere una ricostruzione resa possibile dalle lunghe ricerche presso l’archivio di Stato di Campobasso, di Foggia e nell’Archivio Storico del Comune. 

La documentazione è stata arricchita da inattesi documenti e dalle informazioni ricavate in opere storiche che trattando del Mezzogiorno non potevano non comprendere Termoli, da sempre parte integrante di questo territorio. Il libro contiene Inoltre immagini, per la maggior parte del tutto inedite, è un insieme di notizie o curiosità inimmaginabili. un contributo importante, senza dubbio, da non perdere. 

L’appuntamento è per venerdì 17 giugno 2016, alle ore 18 nella sala del cinema Sant’Antonio di Termoli, lì dove il libro “Storia di Termoli” di Antonio Smargiassi sarà presentato con il “patrocinio” della Associazione Culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli “.

Parteciperanno all’incontro Roberto Crema, presidente della citata associazione, l’autore professor Antonio Smargiassi, il sindaco Angelo Sbrocca, il professor Giovanni Di Giandomenico ed il professor Giovanni Cerchia.

La moderazione sarà affidata ad Antonio lupo, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise.  Nella stessa occasione saranno varati il nuovo consiglio direttivo ed il programma delle attività sociali programmate per il triennio 2016-2018 del sodalizio “Andrea di Capua Duca di Termoli”.

Termoli 6 Settembre 2014

L’antistorica e anonima riqualificazione del centro città, l’Associazione Di Capua all’attacco (termolionline)

Riceviamo e pubblichiamo una nota dal Presidente dell’Associazione Andrea di Capua, Antonio Smargiassi.

“Una incomprensibile mania distruttiva sembra avvolgere il destino di questa città. Dopo la eliminazione della villa del Popolo in Piazza Sant’Antonio, di rara bellezza, e della fontana delle 6 cannelle di Piazza Regina Elena nel corso degli anni cinquanta, i gioielli di recente restituiti ai cittadini sono la scalinata a chiocciola che conduce al porto e la riqualificazione del lungomare con pista ciclabile, per la prima non c’è mai stato un giudizio positivo, per la seconda non si fa altro che parlare di spreco di denaro pubblico e di complicazione del traffico. Senza poi dire del numero degli appassionati di bicicletta che l’hanno giornalmente percorsa durante l’estate, inferiore alle dita di due mani, e che la percorreranno dall’autunno alla primavera, sicuramente inferiore a quelle di una mano. A lato una fettuccia di strada super trafficata e la rabbia e le imprecazioni degli automobilisti. Si tralascia il resto, per rimanere in tema: attuale, importante e di primario interesse per quanti hanno a cuore la città e la sua storia. I lavori di cui si è detto andavano completati e lo si è fatto con un colpo gobbo: la cosiddetta “riqualificazione” di Piazza Vittorio Veneto e del corso Nazionale, degno di un racconto su come si possono distruggere 100 anni di storia locale.

La prima: eliminazione del Verde, anche quasi secolare come le palme, e dei costosissimi lampioni in ghisa, smantellamento della pavimentazione in quarzite, nuova pavimentazione e a livello una fontana, tra l’altro pericolosissima per i bambini, con 30 getti d’acqua illuminati mentre dei 5 mini getti della Fontana Monumentale ai piedi della scarpata 1 solo è attivo. 

Non ci vuole molta fantasia per immaginare l’allucinante atmosfera che avvolgerà piazza Monumento è il suo futuro: deserta di giorno e luogo di vandalismo di notte.

Niente di meglio per lo storico corso Nazionale, parte tra blocchi di cemento inamovibili denominati vivanoni che metteranno, come in un film horror, la parola fine al rito dello struscio, al secolare passaggio delle processioni e delle bande, alle sfilate, ai cortei e ai raduni di auto d’epoca. Il surreale al posto della tradizione e della storia. un aspetto, che se attuato, anziché agevolare il transito dei mezzi di pronto intervento lo complicherà con danni allo stato non valutabili. Il centro storico aveva sicuramente bisogno di un restyling, ma non di uno stravolgimento che verrà a costare, compreso altre opere tra le quali le fognature, 1.300.000 euro. E per essere più chiari: Il centro non è stato distrutto da un bombardamento per cui o se ne realizza uno del tutto nuovo, compresi gli edifici, in linea con le attuali tendenze urbanistiche, oppure gli interventi devono restituirlo al contesto storico urbanistico del tempo. Il corso Nazionale andava ripavimentato ma per farlo bastava mettere l’occhio su alcune cartoline dei primi decenni del Novecento: si trattava di recuperare il passato non di fare un’opera nuova che va a cozzare con un contesto il quale ha assunto una precisa configurazione tra la fine dell’Ottocento è il primo ventennio del secolo scorso. Lo stesso vale per l’illuminazione: i fanali d’epoca avrebbero dato, e daranno in caso di modifiche, un’atmosfera calda e accogliente. Questo è accaduto e accade in quelle città più o meno grandi dove, sotto il profilo urbanistico, si cerca di recuperare il passato e di esaltarlo, non di cancellarlo; città dove la cultura non è soltanto un termine di circostanza, ma ha un senso è un significato. L’auspicio è che il sindaco Sbrocca è la giunta vogliano fermare questo scempio, trovare e proporre soluzioni in linea con la storia urbanistica di questa nostra non fortunata città. 

Termoli 6 Settembre 2014

Riqualificazione del centro storico, l’associazione Andrea Di Capua lo considera un passo indietro (Primo Piani Molise)

L’antistorica e anonima riqualificazione del centro città, l’Associazione Di Capua all’attacco (primonumero)

Riceviamo e pubblichiamo una nota dal Presidente dell’Associazione Andrea di Capua, Antonio Smargiassi.

“Una incomprensibile mania distruttiva sembra avvolgere il destino di questa città. Dopo la eliminazione della villa del Popolo in Piazza Sant’Antonio, di rara bellezza, e della fontana delle 6 cannelle di Piazza Regina Elena nel corso degli anni cinquanta, i gioielli di recente restituiti ai cittadini sono la scalinata a chiocciola che conduce al porto e la riqualificazione del lungomare con pista ciclabile, per la prima non c’è mai stato un giudizio positivo, per la seconda non si fa altro che parlare di spreco di denaro pubblico e di complicazione del traffico. Senza poi dire del numero degli appassionati di bicicletta che l’hanno giornalmente percorsa durante l’estate, inferiore alle dita di due mani, e che la percorreranno dall’autunno alla primavera, sicuramente inferiore a quelle di una mano. A lato una fettuccia di strada super trafficata e la rabbia e le imprecazioni degli automobilisti. Si tralascia il resto, per rimanere in tema: attuale, importante e di primario interesse per quanti hanno a cuore la città e la sua storia. I lavori di cui si è detto andavano completati e lo si è fatto con un colpo gobbo: la cosiddetta “riqualificazione” di Piazza Vittorio Veneto e del corso Nazionale, degno di un racconto su come si possono distruggere 100 anni di storia locale.

La prima: eliminazione del Verde, anche quasi secolare come le palme, e dei costosissimi lampioni in ghisa, smantellamento della pavimentazione in quarzite, nuova pavimentazione e a livello una fontana, tra l’altro pericolosissima per i bambini, con 30 getti d’acqua illuminati mentre dei 5 mini getti della Fontana Monumentale ai piedi della scarpata 1 solo è attivo. 

Non ci vuole molta fantasia per immaginare l’allucinante atmosfera che avvolgerà piazza Monumento è il suo futuro: deserta di giorno e luogo di vandalismo di notte.

Niente di meglio per lo storico corso Nazionale, parte tra blocchi di cemento inamovibili denominati vivanoni che metteranno, come in un film horror, la parola fine al rito dello struscio, al secolare passaggio delle processioni e delle bande, alle sfilate, ai cortei e ai raduni di auto d’epoca. Il surreale al posto della tradizione e della storia. un aspetto, che se attuato, anziché agevolare il transito dei mezzi di pronto intervento lo complicherà con danni allo stato non valutabili. Il centro storico aveva sicuramente bisogno di un restyling, ma non di uno stravolgimento che verrà a costare, compreso altre opere tra le quali le fognature, 1.300.000 euro. E per essere più chiari: Il centro non è stato distrutto da un bombardamento per cui o se ne realizza uno del tutto nuovo, compresi gli edifici, in linea con le attuali tendenze urbanistiche, oppure gli interventi devono restituirlo al contesto storico urbanistico del tempo. Il corso Nazionale andava ripavimentato ma per farlo bastava mettere l’occhio su alcune cartoline dei primi decenni del Novecento: si trattava di recuperare il passato non di fare un’opera nuova che va a cozzare con un contesto il quale ha assunto una precisa configurazione tra la fine dell’Ottocento è il primo ventennio del secolo scorso. Lo stesso vale per l’illuminazione: i fanali d’epoca avrebbero dato, e daranno in caso di modifiche, un’atmosfera calda e accogliente. Questo è accaduto e accade in quelle città più o meno grandi dove, sotto il profilo urbanistico, si cerca di recuperare il passato e di esaltarlo, non di cancellarlo; città dove la cultura non è soltanto un termine di circostanza, ma ha un senso è un significato. L’auspicio è che il sindaco Sbrocca è la giunta vogliano fermare questo scempio, trovare e proporre soluzioni in linea con la storia urbanistica di questa nostra non fortunata città. 

Termoli 10 Agosto 2014

Un viaggio nella memoria storica di Termoli (Primo Piano Molise)

La Termoli di una volta alla Chiesa di Sant’Anna nelle foto di Umberto Tarasca (termolionline)

Nel cuore del Borgo Vecchio, presso la chiesa di Sant’Anna, si è aperta ieri sera la mostra fotografica dal titolo “Termoli vista da Umberto Tarasca”, a cura dell’associazione culturale Andrea Di Capua. Mostra che proseguirà fino al 10 agosto e che vede protagonista la cittadina attraverso l’esposizione di una serie di foto cartoline risalenti al primo decennio del Novecento, opera del giovane Umberto Tarasca, nato a Termoli nel 1880 è dotato di uno straordinario talento che gli consentì di cogliere gli aspetti più suggestivi ed intimi della nostra Termoli.

Un’esperienza di impatto visivo ed emotivo importante, per quanti sono legati indissolubilmente alla storia di questa città e che si sono visti testimoni del processo di mutamento della stessa.

Le stampe, di splendida qualità, sono combinate con didascalie eleganti affiancate dalle rispettive riproduzioni a dimensione originale delle cartoline. Esse accompagnano il visitatore nella “Termoli di una volta”, la “Termoli dei primi pescatori “quella della quale abbiamo sentito spesso parlare i nostri anziani. Un viaggio nel tempo realizzato e gentilmente concesso dai promotori dell’associazione Di Capua. il professore Smargiassi continuerà ad offrire a chiunque lo voglia, fino al 10 agosto, un viaggio nella memoria storica della nostra città.

Termoli 15 Aprile 2014

Chiude la mostra su Umberto Tarasca (termolionline)

Calerà questa sera il sipario sulla mostra “Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo”, allestita dall’Associazione Andrea Di Capua a corredo della presentazione della nuova realtà culturale e del libro di pregio dato alle stampe in 500 copie.

Proprio in virtù del grande interesse suscitato dalla presentazione del volume avvenuta Giovedì scorso, l’Associazione tiene a precisare che le iscrizioni alla Andrea Di Capua sono aperte a tutti.

Ai nuovi soci sarà consegnata una copia dello Statuto, del quale si dà qualche cenno per lo scopo di recuperare la memoria storica della città adriatica. Un campo di indagine che spazierà attraverso le gesta e le opere di letterati, poeti, scienziati e personaggi, visto che l’identità locale ha subito menomazioni e devastazioni.

Termoli 12 Aprile2014

Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo (Molise Tabloid)

Lunedì 7 Aprile alle ore 11, presso l’hotel Corona di Termoli l’Associazione Culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” illustrerà alla stampa l’incontro, che si terrà il successivo 10 aprile alle ore 18 nella Galleria Civica del comune di questa città, in Piazza Sant’Antonio, per la presentazione del volume “Termoli vista da Umberto tarasca fotografo” e l’inaugurazione della mostra di immagini d’epoca tratte da esso, che saranno esposte nella stessa Galleria Civica dal 10 al 14 aprile.

L’associazione culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” è stata costituita nel Settembre 2012 per iniziativa di alcuni termolesi, per nascita, e di altre persone che si sono trasferite da qualche anno a Termoli dai loro luoghi di origine, magari per motivi di lavoro, e che ne hanno fatto il loro paese, affascinati dalle sue bellezze naturali e monumentali, dalla sua storia, dalla sua cultura, dalle sue tradizioni, dalla sua cucina.

L’associazione prende il nome da un illustre rappresentante della casata dei “De Capoa”, sotto il cui Ducato, ai primi del Cinquecento, Termoli conobbe una rinascita economica e culturale.

I “De Capoa” appartenevano alla stirpe dei Conti d’Altavilla, di cui faceva parte il primo Duca di Termoli, Bartolomeo. Andrea di Capua fu valente soldato ed ebbe al suo servizio Fanfulla da Lodi che si distinse nella famosa “disfida di Barletta”.

Tra gli scopi dell’associazione vi è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni di Termoli, con particolare riferimento al patrimonio storico, artistico, letterario della città.

La pubblicazione del volume e l’inaugurazione della mostra costituiscono la prima iniziativa con la quale l’associazione vuole cominciare ad attuare i propri scopi e presentarsi alla città.

Termoli 12 Aprile 2014

L’associazione culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” ha presentato il volume “Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo”. in Galleria civica la mostra delle foto cartoline. (Informatica termoli.it)

Il nostro commento – Senza scomodare la definizione, in verità abusata da tempo, “termolesità”, è invece bello è giusto parlare di appartenenza alla città ed alla sua storia, di un legame affettivo vero e della volontà di fare qualcosa per Termoli, di fissarne immagini e ricordi omaggiando doverosamente la personalità di Umberto Tarasca, un fotografo che, come ha affermato Roberto Crema durante il proprio intervento, avrebbe meritato molto di più in termini di riconoscimenti ed anche di rispetto umano è professionale. Qui sta il primo è più importante messaggio dell’incontro tenuto il 10 aprile scorso in Galleria civica dai referenti dell’associazione Di Capua nel presentare il volume / raccolta delle cartoline del fotografo e la bellissima mostra inaugurata al primo piano al termine del convegno. 

L’evento è stato, per dirla in modo banale ma efficace, proprio è semplicemente “bello”. al folto pubblico, che ha ascoltato in silenzio applaudendo di tanto in tanto, soprattutto per le interpretazioni di Marilena Cappella che ha letto alcune storiche poesie in vernacolo, è piaciuto davvero. L’atmosfera è stata suggestiva, in grado quasi di trasportare nel passato i presenti attraverso un surreale transito in quelle bellissime fotografie raccolte meritoriamente in un volume elegante che sicuramente sarà ambito ed onorato dalla cittadinanza. 

Al pubblico si sono rivolti relatori Antonio Smargiassi, Roberto Crema, che ha anche moderato, e Angelo Marolla, appassionati i componenti della “Di Capua “, con l’architetto Giovanni Risolo perfetto supporto tecnico e, come accennato, Marilena Cappella a declamare quei versi eterni di Raffaello D’Andrea e Giuseppe Perrotta che nobilitano ulteriormente un’opera così importante.

Il professor Smargiassi ha illustrato i propositi dell’associazione, che “si propone di riscoprire, recuperare e divulgare, con iniziative di vario genere, qualsiasi frammento culturale”, di rimettere assieme i tasselli per ricomporre la storia e combattere la “sindrome dello spaesamento” di Termoli, sottolineando i pericolosi sintomi del vandalismo e del dissolvimento dell’identità.

Dunque, l’iniziativa vuole diffondere la conoscenza – quella piccola ma grande bellezza di una Termoli che non c’è più -.

Ah poi rievocato la vita di Andrea di Capua, cui è intitolata l’associazione, spiegando le motivazioni e gli stimoli che hanno condotto a riportare a galla il Duca di Termoli, un personaggio quasi sconosciuto oggi ma che tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo era ben conosciuto nelle due capitali di quel tempo, Roma e Napoli. 

L’esposizione di Smargiassi ha ben trasmesso lo scopo principale dell’iniziativa: ricostruire il mosaico della storia della nostra città e diffonderlo con classe, eleganza e senza fasti né eccessi, soprattutto in beneficio delle giovani generazioni. 

Roberto crema, grande appassionato e collezionista di cartoline storiche, ha proposto alla platea un intervento di grande efficacia, sorretto dalla solita impeccabile eloquenza ed anche da una capacità di sintesi notevole, visto che è riuscito a mettere tante cose in poco più di un quarto: le origini, risalenti al 1865, della cartolina postale e la sua “mutazione genetica” in cartolina illustrata, il percorso di Umberto Tarasca e l’eredità, in vero importantissima, lasciata alla città da questo personaggio di grande talento. Passaggi storici, umani e culturali che hanno rapito è coinvolto un pubblico fatalmente selezionato, sebbene piuttosto variegato, ma che hanno svelato un’iniziativa che è, ad avviso di chi scrive, in grado di diffondersi anche verso coscienze distratte o dormienti, riuscendo così nell’intento, nobile quanto necessario, dare alla comunità un contributo per combattere, o almeno iniziare a farlo, quel degrado che rischia di danneggiare non solo il patrimonio urbano ed artistico ma anche la memoria, cosa che sarebbe ancora ben più grave. 

Angelo Marolla ha a sua volta propugnata la strenua difesa della “bellezza storica ” che non può non passare per la conoscenza e l’omaggio ad artisti, fotografi e poeti, citando Giuseppe Perrotta, Raffaello D’Andrea e appunto Umberto Tarasca. Anche nelle sue parole, diversi i momenti di rievocazione della Termoli che è possibile ammirare nelle fotografie, anzi cartoline, esposte nella mostra al primo piano. Anche nelle sue parole, la dimostrazione inconfutabile di un’iniziativa mossa davvero è proprio dal grande legame con la città e la sua Storia intera, sospinta da moti interiori che portano i componenti dell’associazione Di Capua a dedicare tempo ed impegno nel tentativo di, per riprendere le parole iniziali di Smargiassi, “fare qualcosa di bello per Termoli”. 

Quanto esposto ed illustrato dai tre relatori è sintetizzabile in un unico brevissimo concetto: recuperare la conoscenza e l’identità di Termoli e dei termolesi, un appartenenza che deve essere tramandata ed interpretata in modo forte e consapevole, tale da “ghermire” anche coloro che in questa città non sono nati ma vi risiedono o soggiornano, sempre graditissimi “acquisiti”, per vivere e lavorare. Marilena Cappella ha fissato tutto questo in modo perfetto declamando le poesie in vernacolo con una partecipazione visibile e totale. 

Bellissima la mostra: le stampe perfette e di splendida qualità, combinate con didascalie eleganti affiancate dalle rispettive riproduzioni a dimensione originale delle cartoline, accompagnano il visitatore nella “Termoli di una volta”, quella della quale abbiamo sentito spesso parlare i nostri anziani ma che lì, al primo piano della Galleria Civica, e ora possibile guardare con i propri occhi.

Termoli 11 Aprile 2014

Umberto Tarasca, dal 1899 le foto che hanno fatto la storia della città (Primo Piano Molise)

Non poteva esserci migliore vernissage per l’associazione culturale termolese Andrea Di Capua.  Ieri sera la Galleria civica è risultata quanto mai piccina per contenere le centinaia di persone che si sono assiepate negli spazi di Piazza Sant’Antonio per assistere alla presentazione della nuova realtà associativa che intende portare alla luce memoria e identità della città di Termoli, grazie all’opera di 14 soci fondatori, capitanati dal Presidente Antonio Smargiassi, dal vice Angelo Marolla e dal collezionista Roberto Crema.

Non a caso, come già rimarcato durante la conferenza stampa di lunedì scorso, l’associazione ha voluto debuttare direttamente con una iniziativa di pregio, come la pubblicazione del volume fotografico e didascalico dedicato a Umberto Tarasca, che dal 1899 al 1909 ha dato alle stampe magnifiche cartoline della Termoli liberty.

Relazioni e interventi di pregio da parte dei tre, ma anche poesie in vernacolo lette dallo stesso Marolla e da Marilena Cappella, col supporto tecnico e non solo di Giovanni Risolo.

In platea la vera termololesità che attraversa varie generazioni, che hanno potuto ammirare le stampe delle foto proposte nel libro nella mostra allestita al piano superiore e che sarà disponibile fino a domenica.

Termoli 11 Aprile 2014

Viaggio nel tempo della città che fu negli scatti del giovane Umberto Tarasca (primonumero)

Un libro raccontato per immagini quello presentato dall’Associazione culturale “Andrea Di Capua “che ha raccolto cartoline e fotografie suggestive realizzate dal giovanissimo professionista del tempo,” il primo grande fotografo termolese “. Entusiasta il presidente, Antonio smargiassi, intervenuto in un’affollata sala della Galleria civica: “questo volume vuole essere il dovuto omaggio ad un grande fotografo che già prima dei 20 anni aveva cominciato a trasformare i negativi degli scatti in splendide cartoline le quali ” viaggiando” per l’Italia sono diventate un mezzo di conoscenza della nostra Termoli. Le cartoline e le immagini riprodotte sono tratte dalla collezione privata di Roberto Crema, socio fondatore dell’associazione. In galleria civica è aperta anche una mostra che riproduce in grande formato degli autentici pezzi di storia.

La città che non ti aspetti o, forse, che non si conosce. Termoli di ieri, agli inizi del secolo scorso. un piccolo Borgo Marinaro, una forte identità conservata nei ricordi delle generazioni che ora lasciano spazio al tempo. osservare una foto dove si vede il corso principale della città senza le traverse fa un certo effetto, fa battere più forte il cuore a chi in queste immagini d’epoca e ritrova un pezzo della storia della sua famiglia. Ma la Termoli di oggi è fatta di tanti “nuovi termolesi”, una città che da quella meraviglia Arroccata sul mare si è espansa verso l’interno, verso il futuro.

 Un contributo di conoscenze davvero significativo lo offre un libro raccontato per immagini. A pubblicarlo l’associazione culturale, fresca di costituzione, “Andrea di Capua” di Termoli, presieduta da Antonio Smargiassi. Termoli vista da Umberto tarasca il titolo di un affascinante viaggio nel passato, tra foto e cartoline che abbracciano un decennio, quello compreso tra il 1899 ed il 1909. “Tarasca è stato il primo vero grande fotografo termolese hanno evidenziato gli organizzatori già a vent’anni giovanissimo riuscì a offrire immagini di grande qualità nonostante il periodo storico”. Come ha osservato Smargiassi “questo volume vuole essere il dovuto omaggio a un grande fotografo che già prima dei vent’anni aveva cominciato a trasformare i negativi degli scatti in splendide cartoline le quali “Viaggiando” per l’Italia sono diventate un mezzo di conoscenza della nostra Termoli”.

Le cartoline e le immagini riprodotte sono tratte dalla collezione privata di Roberto Crema, socio fondatore dell’associazione che ha fortemente creduto in un progetto che rappresenta un autentico investimento culturale: “considero le cartoline “documenti” che ci raccontano di realtà lontane nel tempo ma che sono una indiscussa e indelebile testimonianza della nostra storia vissuta con amore e passione da chi ci ha preceduto”. Il vicepresidente, Angelo Marolla, ha condiviso l’iniziativa e ha curato, tra le altre cose, la selezione delle poesie e le foto di fondo. Non a caso alcune fotografie sono state “completate” con le poesie di Raffaello D’Andrea e Giuseppe Perrotta “acuti osservatori della città e del quotidiano della sua gente”.

Un volume prestigioso che offre scorci davvero suggestivi: dal porto al paese vecchio anzi “al borgo medioevale” ha precisato Smargiassi. La gente, le attività del tempo, la vita che scorre e si lascia accompagnare dallo sciabordio delle onde: la Marina di Sant’Antonio, la cattedrale, la Torretta Belvedere, il “vecchio carcere “, La Marina di San Pietro, l’orfanotrofio “Gesù e Maria “, il trabucco, lo stabilimento balneare, termolesi in posa, “U Chiane de Sant’Antonio”, la Villa del Popolo, il Corso Nazionale, il mercato, la stazione, le doppie vedute, le ristampe. Un percorso che continua.

Termoli 11 Arile 2014

Termoli vista da Umberto Tarasca 2 punti cartoline e foto di una città inedita. ( Termoli.Tv)

Scorci di una Termoli inedita, cartoline e foto d’epoca di un periodo che va dal 1899 al 1909.

C’è da rimanere affascinati scorrendo tra le immagini scattate dal fotografo Umberto Tarasca e tenute “nascoste” negli archivi del professionista termolese. Ed è qui che entra in scena l’associazione “Andrea di Capua” costituitasi nel 2012 e che prende il nome da un personaggio di spicco locale. Lo scopo è ben preciso: promuovere in ogni forma la conoscenza della nostra bellissima Termoli. È proprio questo viaggio tra le fotografie di Tarasca ne è un chiaro e esempio. Ieri alle 18, in una Galleria civica affollata di gente l’associazione ha dato storia alla loro prima iniziativa. “Termoli vista da Umberto Tarasca” vuole essere il dovuto omaggio ad un grande fotografo che già dai primi 20 anni aveva cominciato a trasformare i negativi degli scatti in splendide cartoline le quali viaggiando per l’Italia sono diventate un mezzo di conoscenza della nostra Termoli. Presenti a dare lustro all’evento il presidente Antonio Smargiassi, il vicepresidente Angelo Marolla e Roberto Crema che già in passato aveva lavorato sugli scatti di Tarasca.

E nel libro alcune fotografie sono accompagnate dalle parole poetiche di altrettanti personaggi di spicco quali Raffaello D’Andrea e Giuseppe Perrotta. Ed è così che Termoli viene descritta, tra fotografia e poesia per raccontarne la sua bellezza. ma tutto questo è stato reso possibile grazie anche alla splendida e preziosissima raccolta di scatti posseduta da Roberto Crema. 

“Considero le cartoline come documenti che ci raccontano di realtà lontane nel tempo ma che sono una indiscussa ed indelebile testimonianza della nostra storia vissuta da chi ci ha preceduto. Ho così deciso di mettere a disposizione dell’associazione Andrea di Capua il materiale negli anni reperito”. E questo è l’esempio dell’immenso patrimonio della nostra Termoli.

Termoli 11 Aprile 2014

Un tuffo nella nostra storia, Termoli vista dal fotografo Umberto Tarasca (termolionline)

Sfogliare un libro dedicato a Umberto Tarasca dall’Associazione Andrea di Capua e dal trio Roberto Crema, Antonio Smargiassi e Angelo Marolla e come fare un tuffo nella nostra storia.

Immagini proposte come cartoline, poi come evidenze fotografiche, arricchite da didascalie puntuali e corredate da poesie in vernacolo meravigliose di Raffaello D’Andrea e Giuseppe Perrotta, il tutto fuso in modo gradevole in una stampa da collezione. 

Non poteva esserci migliore vernissage per l’associazione culturale termolese Andrea Di Capua.  Ieri sera la Galleria civica è risultata quanto mai piccina per contenere le centinaia di persone che si sono assiepate negli spazi di Piazza Sant’Antonio per assistere alla presentazione della nuova realtà associativa che intende portare alla luce memoria e identità della città di Termoli, grazie all’opera di 14 soci fondatori, capitanati dal Presidente Antonio Smargiassi, dal vice Angelo Marolla e dal collezionista Roberto Crema.

Non a caso, come già rimarcato durante la conferenza stampa di lunedì scorso, l’associazione ha voluto debuttare direttamente con una iniziativa di pregio, come la pubblicazione del volume fotografico e didascalico dedicato a Umberto Tarasca, che dal 1899 al 1909 ha dato alle stampe magnifiche cartoline della Termoli liberty.

Relazioni e interventi di pregio da parte dei tre, ma anche poesie in vernacolo lette dallo stesso Marolla e da Marilena Cappella, col supporto tecnico e non solo di Giovanni Risolo.

In platea la vera termololesità che attraversa varie generazioni, che hanno potuto ammirare le stampe delle foto proposte nel libro nella mostra allestita al piano superiore e che sarà disponibile fino a domenica.

10 Aprile 2014

Termoli 9 Aprile 2014

Domani a Termoli inaugurazione della mostra “Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo (SanGiacomoMolise)

Domani giovedì 10 Aprile alle ore 18 nella Galleria Civica di Termoli in Piazza Sant’Antonio l’associazione culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” presenterà il volume: “Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo”.

L’associazione, costituita nel settembre 2012 prende il nome da un illustre rappresentante della casata dei “De Capoa “, sotto il cui Ducato, ai primi del Cinquecento, Termoli conobbe una rinascita economica e culturale. Tra gli scopi dell’associazione -spiega il presidente Antonio Smargiassi- vi è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni di Termoli, con particolare riferimento al patrimonio storico, artistico, letterario della città. Alla presentazione del libro seguirà l’inaugurazione della mostra di immagini d’epoca tratte dal volume, esposta nella stessa Galleria Civica fino al 14 Aprile. 

Scopo della mostra è quella di regalare ai visitatori una collezione di foto d’epoca del periodo che va dal 1899 al 1909, scattate da uno dei geni locali dell’epoca, il giovane Umberto Tarasca.

Termoli 8 Aprile 2014

Scopriamo Termoli dal 1899 al 1909 (Primo Piano Molise)

Dieci anni della nostra storia in foto, l’associazione Di Capua riscopre Umberto Tarasca. (termolionline)

Prime iniziative dell’associazione Andrea Di Capua

Una doppia iniziativa, quella di portare agli occhi dell’opinione pubblica una collezione di foto d’epoca del periodo che va dal 1899 al 1909, scattate da uno dei geni locali dell’epoca, il giovane Umberto Tarasca, e ripercorre una memoria storica che per cause di forza maggiore ha perduto irrimediabilmente tutto quanto era contenuto negli archivi fino a poco più della metà del XVI secolo, a causa dei saccheggi e delle distruzioni compiute da Pialì Pascià e dagli allora turco ottomani.

Merito dei fondatori dell’ associazione Andrea di Capua, non da Capua come erroneamente è impresso nella toponomastica cittadina. Ieri mattina, all’hotel Corona il presidente Antonio Smargiassi, il vicepresidente Angelo Marolla e Roberto Crema, che ha messo a disposizione il prezioso scrigno iconografico, hanno illustrato in conferenza stampa l’obiettivo che intenderanno cogliere con questa nuova associazione, che ha debuttato già con una preziosa opera, appunto la raccolta degli scatti di Tarasca, didascalizzando alcune pagine di storia locale, ma senza chiedere contributi e sovvenzioni, solo con passione e autotassazione. 

L’appuntamento è per giovedì prossimo in Galleria civica, alle ore 18 nella Galleria civica del comune di questa città, per la presentazione del volume “Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo”, e l’inaugurazione della mostra di immagini d’epoca tratte da esso, che saranno esposte nella stessa Galleria civica dal 10 al 14 aprile.

L’associazione culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” è stata costituita nel settembre 2012 per iniziativa di alcuni termolesi, per nascita, e di altre persone che si sono trasferite da qualche anno a Termoli dai loro luoghi di origine, magari per motivi di lavoro, e che ne hanno fatto il “loro” paese, affascinati dalle sue bellezze naturali e monumentali, dalla sua storia, dalla sua cultura, dalle sue tradizioni, dalla sua cucina! 

L’associazione prende il nome da un illustre rappresentante della casata dei “De Capoa “, Sotto il cui Ducato, ai primi del Cinquecento, Termoli conobbe una rinascita economica e culturale. I “De Capoa” appartenevano alla Stirpe dei conti d’Altavilla, di cui faceva parte il primo Duca di Termoli,  Bartolomeo. Andrea di Capua fu Valente soldato ed ebbe al suo servizio Fanfulla da Lodi che si distinse nella famosa “disfida di Barletta”.  Tra gli scopi dell’associazione vi è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni di Termoli, con particolare riferimento al patrimonio storico, artistico, letterario della città.

La pubblicazione del volume è l’inaugurazione della mostra costituiscono la prima iniziativa con la quale l’associazione vuole cominciare ad attuare i propri scopi e presentarsi alla città.

Termoli 30 Marzo 2014

Termoli vista dal fotografo Umberto Tarasca, Andrea Di Capua nuova associazione (Primo Piano Molise)

Termoli vista dal fotografo Umberto Tarasca, iniziativa dell’Associazione Andrea Di Capua (termolionline)

Associazione Culturale “Andrea Di Capua” (Gambatesa web)

Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo, il 10 Aprile in galleria civica. (Termoli Tv)

La città vista dal fotografo Umberto Tarasca, si presenta il volume (primonumero)

Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo (Eco del Molise)

l’Associazione Di Capua presenta la Termoli del 500 (informaticatermoli.it)

Giovedì 10 Aprile c.a. Alle ore 18 nella Galleria civica del comune di Termoli in Piazza Sant’Antonio l’associazione culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” presenterà il volume: “Termoli vista da Umberto Tarasca fotografo”. 

L’associazione, costituita nel settembre 2012 prende il nome da un illustre rappresentante della casata dei “De Capoa “, sotto il cui Ducato, ai primi del Cinquecento, Termoli conobbe una rinascita economica e culturale.

Tra gli scopi dell’associazione vi è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni di Termoli, con particolare riferimento al patrimonio storico, artistico, letterario della città. 

Alla presentazione del libro seguirà l’inaugurazione della mostra di immagini d’epoca tratte dal volume, e sport nella stessa Galleria civica fino al 14 Aprile.

Associazione Culturale “Andrea di Capua Duca di Termoli” il presidente professor Antonio Smargiassi.